Come di consueto da qualche tempo, in ordine cronologico tutte le letture di quest'anno: ho notato con stupore che nel 2012 il coefficiente di libri non finiti è vertiginosamente salito, le cose sono due: o sto invecchiando e quindi mi annoio più facilmente; oppure, ci sono meno libri interessanti in giro (?); la terza via potrebbe essere che i libri "importanti" li ho già letti data la veneranda età raggiunta (questa è una prima ipotesi bis).
Libro dell'anno
DAVID PEACE, 1974
Non sono un lettore del genere, mi ci sono avvicinato per lavoro, folgorazione (ennesimo debito nei confronti della preziosa amica scrittrice Nicoletta Vallorani).
Peace ritrae un paesaggio che penetra nelle ossa, cola addosso come un lembo e un supplizio, ritrae l'impietosa deriva della società, tra la pioggia che bagna tutto e le morti atroci di bambine e donne, sulle tracce degli efferati omicidi uno dei personaggi più incredibilmente belli in cui mi sia imbattuto, Ed Dunford, ispirato giornalista – cronista dello Yorkshire Post.
Peace addenta il lettore con uno stile scarno, audace, cinico, tratteggia una storia orribile di serial killer e polizia corrotta, di giovani in cerca di colpevoli che finiranno però per guardare allo specchio il nemico di sempre, se stessi e ciò che noi tutti (nel fondo più fondo) siamo.
Lui insomma un genio, il libro imprescindibile (e non solo per chi ama il "noir").
Letteratura della migliore specie mutante, di quella che osa e racconta, semplice e complessa (per chi ne vuole sapere di più su Peace, altro articolo scritto in questo spazio qui).
Di seguito, forse, breve descrizione, ma non di tutti, i libri del '12:
– George R. R. Martin, Le cronache del ghiaccio e del fuoco
(non finito, lasciato a 1/3 per noia: lo so, merito la gogna per questo)
– Douglas Adams, La lunga oscura pausa caffè dell'anima
– Gruppo Ippolita, Nell'acquario di Facebook (non finito)
– Jorge Luis Borges, L'Aleph
– Martin Millar, Sogni di sesso e stage diving (non
finito: sensazione di non troppa voglia di sapere cosa sarebbe successo ai protagonisti che ha scavalcato la soglia del "ehm, no, accidenti devo stirare")
– Rick Riordan, Percy Jackson-La battaglia del labirinto
– J.K.Rowling, Harry Potter – Il prigioniero di Azkaban (letto per la 2a volta: HP tutta la vita)
– Emiliano Colasanti, Un mondo del tutto differente. La storia di
Wow e dei Verdena (ben scritto, divertente, bell'atmosfera, e per fortuna visto che percorre vita e miracoli di uno dei – pochi – gruppi interessanti del nostro Belpaese)
– Shalom Auslander, Prove per un incendio (geniale l'idea di far ritrovare Anna Frank nella soffitta dell'ebreo americano protagonista del romanzo, ma di Auslander Il lamento del prepuzio…è un altro pianeta)
– Fabio Genovesi, Versilia Rock City
– Chet Baker, Come se avessi le ali
– Nicoletta Vallorani, Sulla sabbia di Sur
– Arturo Pérez-Reverte, La carta sferica
– Patrick Ness (Siobhan Dowd), Sette minuti dopo la mezzanotte
– Suzanne Collins, Hunger Games-Il canto della rivolta (il primo sì, il secondo della saga nì, questo terzo…)
– Claudio Morici, L'uomo d'argento
– Nick Hornby, 31 canzoni
– Siobhan Dowd, Il mistero del London Eye (protagonisti un bambino autistico e una sorella maggiore adolescente, coppia fulminante per un un noir delicatissimo e prezioso, anche e soprattutto per la grandissima autrice, poco conosciuta qui da noi)
– Andrew Kaufman, Tutti i miei amici sono supereroi (non
finito: i superpoteri per finirlo li avevano presi tutti gli amici)
– Francesco Dimitri, Alice nel paese della vaporità
– Senofonte, Anabasi (grazie a Pérez-Reverte per un libro ostico, imprescindibile, per tutti i lacedemoni in viaggio)
– Wisława Szymborska, La gioia di scrivere (a tratti, svela i giorni di ognuno)
– Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve (realistico tratteggio della Prima guerra, l'agognato miraggio del ritorno a casa dalla micidiale campagna di Russia, la dispersione dell'uomo nelle lande ghiacciate del proprio animo)
– Joe Lansdale, Acqua buia (chi è abituato a Lansdale, lo troverà solo piacevole da leggere, ma è stato ispirante)
– David Peace, 1974 (vedi sopra)
– Roberto Bolano, 2666 (non finito: il picaresco infinito inafferrabile mare magnum di racconti nei racconti e personaggi ed emozioni nelle storie di Bolano, mi rendo conto, ha vinto evidenziando una volta e per sempre la mia pochezza intellettuale)
– Harper Lee, Il buio oltre la siepe (2a volta, dopo vent'anni: IMPRESCINDIBILE, di rara delicata bellezza, e c'ha pure la morale…v.dichiarazioni di Obama)
– David Peace, 1977
– David Peace, Il maledetto United (Peace è come Hornby, va letto tutto, soprattutto quando parla di calcio!)
– Charles Dickens, Canto di Natale (riletto, dopo 30 anni)
– David Peace, Millenovecento80
– Nick Harkaway, Il mondo alla fine del mondo (non
finito: incomprensibile, ma lui è il figlio di Le Carré e quest'anno doveva finire il mondo)
– Hélène Gestern, Loro due in quella foto
– David Fauquemberg, Mal tiempo (un campione di boxe a Cuba e un altro che ormai ha mollato, nella traduzione forse perde un po')
– Valerio Evangelisti, Cartagena. Gli ultimi della Tortuga
– Marco Missiroli, Bianco (il Grande fiume, l'America del Sud e la piaga del Ku Klux Klan, personaggi tutti poco eroici per questo validi, e veri, un ritratto enfatico e realistico della società e, in fondo, di quel che tutti siamo: bianchi e neri… ma soprattutto, bianco e nero).
In attesa di essere ultimati:
– Toni Morrison, Jazz
– Joyce Carol Oates, La ragazza tatuata
– Hannah Arendt, La
banalità del male