Generazione X 2.0_puntata 5: fashion designer

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Generazione X 2.0: giovani e media-linguaggi, Arti/Arti Digitali nel Terzo Millennio. Oggi incontro la Creativity di Valeria Farina, 24 anni. V dopo due anni di Istituto Marangoni a Milano ora è ad Anversa, studia all’Academie des Beaux Arts: creatività declinata in tessuto, Corso in Fashion Design.

Ma cos’è la Creatività? «La rivoluzione e la bellezza, quando riesci ad esprimere uno stato d’animo personale o collettivo, in modo inaspettato, alla ricerca di un cambiamento, le sfaccettature possibili del concetto di Bello…».

Bodyrosaegonna Fouseauxgiallo

Gonnaargentopiufelpa Vestitocarnepiucappuccio

alcuni modelli di "dacopia"

guarda il sito di valeria"dacopia"farina

guarda il sito dello Street Lab di Amsterdam (piattaforma per giovani creativi e designer "street based". Il Festival è un luogo di incontro dove si misurano le più interessanti performance creative a livello internazionale – Appuntamento con Streetlab Sunday Afternoon domenica 27 gennaio 08) e i video delle sfilate del gruppo EVERYBODYLIKESYOU con dacopia

guarda il video/sito di Ideal Berlin (Ideal Showroom che nei giorni tra il 31 gennaio e il 2 febbraio 08 vedrà a Berlino fashion designer internazionali, avanguardie, high fashion, e progressive streetwear).

Fashion designer, una professione che non conoscevo se non nell’accezione Stylist, e che invece V mi dice essere diversa «Gli stylist sono coloro che, ad esempio, durante uno shooting o una sfilata rielaborano l’idea di una o più collezioni, e ne creano degli outfit». Un designer di Moda «deve sapersi innamorare di atmosfere e colori, mixarle tra loro, renderle tattili per poi adattarle alle forme del corpo. La capacità sta nel saper rielaborare un concetto e tramutarlo in tessuto. Deve avere una grandissima conoscenza artistica: tutto può essere ispirazione».

«All’Accademia lo standard è alto, se non dai il meglio, non passi. Gli stimoli sono molti e penso che questa sia la strada giusta per me». Perché lontano dall’Italia? «Ho studiato Moda a Milano per 2 anni e ne sono rimasta delusa: in Italia le scuole di Moda sono commerciali, quasi tutte private, carissime…». E all’Estero? «In città come Berlino, dove ho vissuto un anno, e Londra ci si può sentire più a proprio agio», anche se «non posso non tornare in Italia alla ricerca di tessuti e materiali di qualità».

La Moda è trend o arte? «Come esiste la paraletteratura, esiste anche un aspetto commerciale della Moda, molto più spiccato perchè condividibile da tutti». Ma «La Moda è una pratica artistica».

L’arte nell’epoca della sua riproducibilità? «Il cambiamento della Moda in relazione ai supporti è enorme. Per la presentazione delle atmosfere di ispirazione e la ricerca di tendenze/colori, ci rifacciamo a programmi di rielaborazione di immagini». Poi, «Se per Tecnologia intendiamo ciò che è innovativo in un campo specifico, il bello di questa disciplina è la possibilità di mutare e di progredire in continuazione, anche nei materiali».

Ultimi progetti? «Per l’Accademia stiamo preparando tre pezzi da presentare a giugno in sfilata. Si tratta di una gonna, un abito e un capospalla: esperimenti alla ricerca della forma pura, un’attitude to a shape…».
«La mia collezione: sono tutti pezzi unici che preparo nel tempo libero, cioè quasi mai. Vengono venduti in un negozio di Berlino – Sameheads, un laboratorio indipendente di musica, arte e Moda. Poi dopo la presentazione in uno showroom per stilisti emergenti streetlab ad Amsterdam, per l’estate 2008 ho realizzato, insieme a due amiche, una collezione che stiamo già promuovendo a Barcellona e Berlino».

articolo pag.10 nòva del 24 gennaio 08

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