Madeira blogdiary: 3

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Il silenzio, la solitudine, una tenda, l’umidità, piccoli ragni salgono verso l’alto. Stamattina al risveglio, 6 scarse sotto i monti, stelle nel cielo. Al Nature Inn senti il rumore delle stoviglie, il ronzio sordo del frigorifero. In attesa di André Dias, mattina presto, poi in macchina diretti verso la Reserva do Navio.
Appena arrivati, dopo un caffè, ci viene incontro Nellio Jardin, che lavora per l’IFCN-Instituto das Florestas e da Conservação da Natureza di Madeira.
Al mattino cielo sgombro, le rocce nel mare sembrano denti di drago, più tardi scoprirò che esiste una pianta dalle bacche rosse che si chiama così, dragon-tree.
La camminata lungo la via con Nellio è costellata di rocce che risalgono a 3 milioni di anni fa, puoi vedere le stratificazioni ovunque.
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Il sole è accecante, durante la discesa a valle incontriamo vigne piene d’uva, vecchi campi terrazzati, ora sono poche le famiglie che ci vivono. Lo stesso dentro le rocce, le presse di legno ancora oggi vengono usate per pestare l’uva, anticamente si faceva con i piedi, tutti insieme e festa grande.
Piccoli anfratti, rocce, poi la risalita con la funivia. Tempo di considerazioni sulla necessità di uscire dall’Era dell’obbligo del consumo, del mondo big size, del troppo grande per cadere. Invece, il gigante è in ginocchio, lo vediamo tutti. Il gigante è in ginocchio e comprare e basta non ci basta più. Il pianeta è uno, le risorse sono limitate, sta a noi comprenderlo. Abbiamo però un’opportunità, una chance.
A pranzo assaggio il pesce spada cucinato con banane e passion fruit, alla Quinta do Furão sulla terrazza si gode il vento della baia, le vespe che provano a mangiare nei piatti degli uomini.
Nel pomeriggio con André si passa per la via rocciosa della Vereda de São Lourenço, un percorso tra le rocce a strapiombo sull’oceano, fossili e colate laviche intorno, promontori a picco, le rocce si immergono nelle acque azzurre, spumose, di quest’isola vulcanica che sembra incontaminata.
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C’è tempo per parlare dell’ingombro delle reciproche esistenze, famiglie, rapporti che si sfaldano e ricostituiscono, come le pietre e i basalti di Madeira. Sotto, potrebbe esserci Atlantide, e noi leggende appena al calar del sole.
Di rientro al Sentido Galomar, un albergo affacciato sull’oceano, che si dichiara 100% auto-sostenibile, c’è appena il tempo di scrivere questi appunti, e via verso il Wanderer in attesa che arrivi la fine di un’altra giornata, se solo comprendessimo che ogni nostra azione determina la successiva. Chissà cosa accadrebbe? Domani sarà il ventennale dell’attacco alle Torri Gemelle. Quando il mondo è cambiato. La sveglia sarà all’alba di nuovo. Verso Porto Santo. Un altro giorno di illusione o speranza.