E’ quasi una benedizione un concerto di beneficienza per l’ambiente in tempi di pandemia.
Oggi dalle 21 (orario italiano) per il World Environment Day Festival si alterneranno sullo stesso palco Patti Smith, Michael Stipe (dei R.E.M.), Dave Matthews, Jack Johnson, Ben Harper, Patrick Watson e molti altri. L’evento verrà trasmesso su 3 canali principali:
Facebook.com/Pathway2Paris
Facebook.com/350.org
Facebook.com/UNEP
A organizzarlo Jesse Smith, figlia di Patti, che insieme a Rebecca Foan, nel 2014 hanno fondato Pathway To Paris un’organizzazione no profit che si prefigge di di trasformare l’Accordo di Parigi in realtà, attraverso la ricerca e l’offerta di soluzioni innovative per combattere il cambiamento climatico globale. L’organizzazione riunisce musicisti, artisti, attivisti, politici, esperti e cittadini da ogni parte del mondo. In questa urgente crisi globale, Pathway to Paris sostiene che la collaborazione sia la chiave per trasformare le città verso l’utilizzo di energia rinnovabile al 100%.
E’ passato troppo tempo da quando. Mancano 4,5 miliardi di anni prima che il Sole collassi. Il punto è cosa fare di noi. Il punto è cautelarci, salvaguardare la razza umana sulla Terra, che invece per conto suo assorbirà tutto quel che deve, la perfezione della Natura.
Se è la prima volta nella Storia che ci sono più cittadini urbani che persone che vivono in campagna (al momento la stima è più o meno 60/40), sarà importante trasformare le città dopo la pandemia, le metropoli di domani:
“Pathway to Paris ha lanciato la nostra iniziativa 1000 Città nel 2017, con l’idea che se 1000 città nel mondo passassero al 100% alle energie rinnovabili e a zero emissioni il più presto possibile, potremmo raggiungere e superare gli obiettivi delineati nell’Accordo di Parigi”, racconta Jesse Smith: “Anche se è un numero astratto, occorre prendere in considerazione un modello equo di emissioni di gas serra come dimostrato nel nostro Carbon Budgeting Calculator, ma la base dell’approccio è che le città, i sindaci, i funzionari eletti e i loro cittadini hanno il potere di trasformare localmente, nella corsa che occorre per fronteggiare l’imminente crisi climatica. Può essere davvero difficile pensare all’intero pianeta, al riscaldamento globale, e persino al proprio paese. Ma quando Trump ha portato gli Stati Uniti fuori dall’accordo di Parigi quando è stato eletto, le città d’America si sono opposte, facendo piani d’azione climatica più forti e ambiziosi, facendo nuove iniziative, fissando nuovi obiettivi a livello locale, senza il sostegno federale. Crediamo nel vero potere di agire localmente con una forte ambizione a collaborare per combattere contro qualcosa di molto più grande di tutti noi. Sia le donne che gli uomini sono in posizioni di potere, e il normale cittadino di una città ha il potere di usare la propria voce e far sentire i propri messaggi”.
Dopo un anno e mezzo, con il World Environment Day Festival: “Anche se siamo stati in isolamento e quarantena durante questo periodo, incredibilmente difficile, noi artisti non siamo rimasti in silenzio. La crisi climatica non può aspettare ed è rimasta urgente come non mai. Il Covid-19 ha portato una quantità incommensurabile di perdita e transizione al nostro mondo, ma la crisi climatica non è scomparsa. Ci sono problemi nel nostro mondo che permarranno finché non saranno risolti – anche quando sta succedendo qualcos’altro a livello globale come il coronavirus, questi problemi sono ancora lì alla base di tutto, continuando a peggiorare e a colpire le persone in tutto il pianeta. Pathway to Paris vuole riunire musica, arti, cultura con la scienza, l’attivismo e gli strumenti per il cambiamento. I nostri eventi e progetti non servono solo come meccanismi di consapevolezza, offrendo soluzioni tangibili su come essere coinvolti e fare azioni concrete e reali, ma servono anche come meccanismi di conforto, guarigione, connessione e speranza. Così, in un certo senso, le nostre parole e i nostri suoni sono stati necessari forse più che mai nell’ultimo anno e mezzo. Abbiamo fornito al mondo molti concerti e festival virtuali, eventi, discussioni, panel, presentazioni”. Sotto questo profilo, continua ancora Smith: “Il regno della condivisione pubblica è stata una continua esplorazione di nuove collaborazioni, partnership e brainstorming per il futuro. Sì, è stato un periodo incredibilmente doloroso, utile e importante per la riflessione, sia del sé che del mondo, e possiamo usare queste riflessioni per realizzare e cambiare i nostri comportamenti in futuro. Quindi la cosa principale da portare nel cambiare il nostro lessico è che semplicemente non possiamo tornare a come erano le cose prima. Dobbiamo emergere in una nuova era del nostro mondo, e mentre ci riprendiamo e continuiamo a guarire, dobbiamo cambiare le nostre pratiche, sia come individui che come pianeta. È tempo di grandi sforzi e cambiamenti audaci, fatti con ambizione imprevista, passione, compassione e vera partnership e collaborazione. Tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere, e tutte le nostre voci devono essere ascoltate oggi come mai prima d’ora”.
Il World Environment Day Festival, sarà in live streaming dalle ore 21 ora italiana.
La musica cambia il modo di guardare le cose. E le parole, e i suoni, mettono in forma il mondo.