fast4ward: verdena

Verdena

 (semi-altered version)

“Il grunge è morto, viva il grunge”. È uscito Wow (Black Out/Universal) quinto album, doppio, dei Verdena. Formazione classica: voce e chitarra, Alberto Ferrari; batteria, Luca Ferrari; e vbasso, Roberta Sammarelli.
Parafrasando Mickey Rourke su The Wrestler, se Kurt Cobain infranse i plasticosi anni Ottanta con il grunge, i Verdena sono oggi una delle pochissime band italiane veramente underground a meritare la scena internazionale.
Nell’Era della riproducibilità tecnologica, la band bergamasca ha preferito gli strumenti per realizzare Wow: «La tecnologia è anche al servizio della musica, l'impennata di questi ultimi 10 anni ha dato la possibilità a chiunque di registrarsi in casa anziché pagare uno studio di registrazione. Ma ci sono pro e contro. Per quanto ci riguarda non ne utilizziamo molta, il nostro studio funziona ancora con un registratore a bobina; utilizziamo il computer solo per la fase finale di mastering».
Negli ultimi tempi l’Europa, e il mondo, vivono Strani giorni di rivoluzioni. Cos’è allora la rivoluzione in musica: «è un cambiamento radicale, un concetto che significa ovviamente fare qualcosa di nuovo, sradicarsi da un cammino già precostruito e magari, in certi casi, assumersi il rischio di andare fuoripista». Ma anche: «Non avere paura di cambiare, sapersi rinnovare: cosa sempre più difficile in quanto, più si va avanti, più si è contaminati dal passato, dagli ascolti, dalle proprie passate produzioni e da schemi compositivi che hai fatto tuoi».

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L’artista è uno sguardo sul tempo, il presente è la sua dannazione: «Al di là di ogni schema sociale, l’artista crea sensazioni, restituisce emozioni. Più superficialmente, il ruolo dell'artista è dare piacere ai sensi di chi usufruisce della sua arte. Riempire i vuoti e svuotare i pieni. Vale per la musica, il teatro, il cinema, la letteratura, le arti…». La musica dà forma e contenuto, filtra parole dal cambiamento, interpreta il vento in arrivo, quasi fosse una Cassandra che predica il futuro. Ma se la Generazione X raccontava i Novanta, l'attuale Generazione Perduta nella precarietà: «Racconta le stesse cose, forse con un linguaggio diverso e in una versione diversa, ma ogni generazione parla del vissuto, delle vittorie e molto spesso dei disagi del tempo in cui si vive». Nel mondo questi sono i giorni di Tunisia, Egitto, Algeria. Anche la musica dei Verdena insegna a r-esistere: «Il futuro è un’incognita nella quale mettere speranze e paure». Ma per fortuna: «Il tempo è qualcosa che ti avvicina sempre più alla saggezza». Il resto spetta a ogni e ciascuno. Verdena live all’Alcatraz di Milano, sabato 19 febbraio. Info, www.verdena.com/tour.