le città del fumetto

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(sopra da sinistra: disegno locandina Comicon 2010, cover del libro Napoli, sguardi d'autore – Tunué; ill. M.Sapin, B.Vivès)

versione estesa e modificata
Napoli Comicon 2010
. Parte domani, fino al 2 maggio, l’appuntamento con la XII edizione di Comicon – Salone Internazionale del Fumetto. Il colore di questa edizione è il nero, il paese ospite la Francia. Nella delegazione d’oltralpe, Phillippe Druillet, mostro sacro del fumetto mondiale – che, con Moebius fondò la casa editrice Gli Umanoidi e la rivista Métal Hurlant – e inoltre Mathieu Sapin, Alfred, Anne Simon, Bastien Vivès e Georges Wolinski. I disegnatori francesi hanno raccontato in residenza d’artista la città con il progetto Napoli, sguardo d’autore. Con loro parliamo di città (storie e ritratti), fumetti e tecnologie.
Come la fantascienza, la “nona arte” (il fumetto ndr) ha anticipato la realtà, creato gli immaginari del futuro. Da Moebius al cyberpunk, dalla distopia mono-governativa al cinema dei supereroi Marvel (Thor di Kennet Branagh dovrebbe uscire nel maggio 2011 ndr), le città nei/dei fumetti (v.box sotto) sono esseri viventi, co-protagoniste (Metropolis), mega-Macchina (Akira), spazio di rivolta (V per Vendetta). Simboli dell’uomo, spazio degenerato del conflitto sociale e cyber-tecnologico (Watchmen), alter-ego dei supereroi (Batman). In anteprima esclusiva, la città-fumetto secondo Wolinski, Sapin e Vivès.

Comicon



 
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(3 tecno-tavole di P.Druillet)

Per Wolinski il fumetto è un “media” del tempo «Oggi, il fumetto si interessa a tutti i soggetti dell'attualità, dal reportage al racconto storico, al terrorismo, alla sessualità. Non è più come quando ero giovane ed era destinato a divertire i bambini, soprattutto i maschi. Gli americani del resto, prima della guerra, si rivolgevano già agli adulti. E anche durante la guerra, quando quello straordinario disegnatore che era Milton Caniff raccontava le avventure di Terry e i Pirati, adoravo la bellezza delle sue donne asiatiche, molto scollate. Ma c'erano anche Popeye, Mickey Mouse, Jungle Jim e il cowboy Red Ryder e ovviamente Tarzan. Era l'avventura! Oggi il fumetto evade molto nella fantascienza merovingia, nel medio evo, i suoi cavalieri si battono contro il dispotismo. Non ci sono più soggetti tabù: Sarkozy e Berlusconi sono diventati personaggi dei fumetti, evolvendo il drago nella dominazione “denaro”. La ribellione consiste nel mettere in scena i nostri veri problemi: la malattia, la droga, la vecchiaia, la morte. Il disegnatore è diventato giornalista e romanziere. Ma prima di tutto la sua arte consiste nel creare un mondo a parte». E, dunque, “cross-arte” (dai fumetti: cartoni, cinema, games ndr): «L'Arte Contemporanea. Le installazioni, le macchie di fango di Rothko, i dipinti neri del sinistro Soulage, quelli bianchi, blu, i nani da giardino di Jeff Koons, è tutta merda. I nostri galleristi, i nostri musei, i nostri collezionisti miliardari non si interessano più alla bellezza. Oggi i Botticelli, i Raffaello, i Degas… sono Bilal, Crepax, Moebius. Il Fumetto è un'Arte che racconta delle storie. Il Fumetto non prende per il culo i suoi lettori».
Per Mathieu Sapin tradurre una città in fumetto significa «usare l'immaginazione (…) ha un ruolo importante per sviluppare le avventure dei miei personaggi. Mi sono ispirato a quello che avevo incrociato nel mio cammino. Una volta che la mia storia era scritta, sono tornato a Napoli qualche giorno per fare alcune foto e qualche appunto disegnato dei luoghi che mi interessavano». Il testo, nei fumetti, è come un iper-luogo «permette di precisare delle cose che i personaggi hanno nella testa e di apportare una visione soggettiva al mio racconto. Grazie al disegno si può essere allo stesso modo molto descrittivi o molto allusivi. In “Tranches Napolitaines” (Napoli, sguardi d'autore nella vers.italiana) volevo far sentire più l'ambiente napoletano che mostrare dei luoghi precisi». Ma anche «La nozione di tempo (questione difficile!) è inerente al fumetto. Tempo di lettura che cambia da persona a persona. Tempi della storia così com'è descritta. Napoli sguardi d'autore (Tunué, 14,50 euro) gioca su queste nozioni poiché ciascuna delle storie si incrocia con l'altra attraverso delle concordanze di tempi a volte un po' utopiche, ma che ben corrispondono a Napoli. Penso poi che a Napoli il tempo non passi nello stesso modo che altrove…». Vivere la città come estensione «la nozione di spazio è molto particolare perché ci siamo appropriati dello stesso luogo con degli approcci spaziali differenti. Come nei film americani in cui si ha l'impressione che basti girare l'angolo per ritrovarsi… all'altro capo della città. E tuttavia, è proprio questo che si prova nelle città: ognuna delle storie converge verso le altre. Abbiamo provato ad illustrare questo fatto con la mappa che c'è alla fine del libro». Un link che si chiama “fumetti e tecnologia” «oggi internet ricopre un ruolo in tutto, che sia economico, artistico, a livello della distribuzione, etc… Tecnicamente Bastien Vivès ha disegnato la sua storia direttamente sullo schermo del suo computer attraverso una tavoletta grafica. Io ho fatto ricorso a numerose foto digitali per riprodurre l'itinerario che porta al museo di Capodimonte e tutti e quattro abbiamo molto utilizzato internet per comunicare e coordinarci, quindi la tecnologia è stata indispensabile. Anche se ho apprezzato di poter raccontare qualcosa solo con un foglio di carta ed una penna». Lo storyboard e le storie della realità/reality «Nella mia storia ho messo in scena un personaggio reale (il pittore Pierre-Yves Le Duc che vive e lavora a Napoli) e ho creato un legame tra il mio personaggio principale ed il passato della città (il contatto con la dinastia Bonaparte, tra l'altro…). Questi temi sono delle risorse ineguagliabili per creare delle storie. Per scrivere a fumetti io faccio subito degli schizzi in forma di story-board, mi aiuta a strutturare e ritmare i dialoghi e a definire il posizionamento delle vignette nella pagina. Per me è un momento essenziale».
Il giovanissimo Bastien Vivès invece ha illustrato Napoli a memoria «ho disegnato quello di cui mi ricordavo, ho fatto le tavole appena rientrato: una o due foto solo per recuperare qui è là dettagli complicati… ma erano soprattutto la gente e l'ambiente che volevo trascrivere». Il linguaggio dei fumetti trasforma la realtà «è sguardo artistico e in anticipo sul tempo: quello che succede tra le vignette, solo il lettore ne ha le chiavi, allora ci incolla la sua di realtà. È un buon mezzo di immersione, credo. Leggermente più inquadrato di un libro, ma meno passivo del cinema». Poi «Nel tempo in cui si legge un fumetto, si può raccontare migliaia di anni giusto con due disegni che si seguono…» e lo spazio «è un elemento narrativo come il testo… me ne servo per far passare delle informazioni, ma anche per mettere in avanti i personaggi e le loro emozioni. Anche uno “spazio vuoto”, al momento giusto, può raccontare moltissime cose». Internet «oggi ricopre un ruolo in tutto, che sia economico, artistico, a livello della distribuzione». Realtà e Storia «più o meno è lo stesso processo. Lo storyboard è la mappa con la strada del fumetto prima di passare alla sua realizzazione. È quel momento in cui bisogna far sì che le intenzioni di scrittura, di messa in scena e di ritmo concordino tra loro…».
Da domani al Comicon, da non perdere: Milo Manara 1 e 2 maggio; e le tavole del celebre detective The Spirit di Will Eisner. Info, www.comicon.it.