shenzhen a fumetti

Shenzhen_cover

da nòva
del 13/09/2007 – pag.6

Il nuovo
Libretto rosso che racconta la Cina 2.0

Estremo Oriente, immediate vicinanze di Hong Kong.
ZES: Shenzhen, prima Zona Economica Speciale della Cina. Nella città di silicio
i grattacieli riempiono i quadranti disponibili con metodo, gocce di metallo su
un microchip in cui la performance è sommatoria. Ognuno è ruolo nel Sistema, ma
solo gli Admin regolano tutto, costruzione dello spazio urbano compreso.

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È appena
uscito Shenzhen, opera numero due di Guy Delisle. Dopo Pyongyang (Fusi orari,
2006), il disegnatore canadese torna a parlare delle città asiatiche. Disegna
ancora una volta un reportage efficace, con un codice grafico ironico e
asciutto, reso immediato dalle immagini. Per raccontare uno degli sviluppi più
accelerati della storia. L’economia business-to-consumer della Cina 2.0, dove
il meccanismo trasforma l’ambiente in uno skyline al neon, pronto al clearing
del Mercato.

Delisle ha
presentato il suo libro in Italia lo scorso maggio alla Fiera del Libro di
Torino
. Dopo aver superato i difficili livelli di accesso alla Fiera, lo
avevamo incontrato. Con le Crocs™ ai piedi e la testa tra le nuvole, ci aveva
raccontato le impressioni del viaggio, le contraddizioni di un Mondo economico
basato su sistemi chiusi «A Hong Kong parlano inglese, a Shenzhen invece no».

Il Codice
è il linguaggio, nei suoi fumetti Delisle sembra il suo stesso avatar dentro un
videogame «La mia percezione delle cose è ovviamente esterna. A Pyongyang, per
esempio, il mio filtro a quel Mondo sono stati gli interpreti. È un Paese in
cui tutti si muovono come su linee dirette…». Mentre «Pyongyang è l’unico posto
del mondo senza internet, dove solo il Potente ha l’accesso al Web, Shenzhen è
la metropoli il nuovo modello di sviluppo».

Con i suoi
disegni, Delisle ci porta a vedere le incongruenze e i bugs del Sistema dove si
fabbrica la più alta percentuale di pc e console al Mondo. In un Oriente in cui
«Tutti i campioni di videogiochi di guerra sono in Corea del Sud ma in Corea
del Nord quasi nessuno ha un pc. Li scoprono ora. È come se stessero passando
dalla tecnologia targata 1950 a Windows Vista senza soluzione di continuità».

Un enorme
MMORPG in cui la guerra Oriente/Occidente ora si gioca su macro-dimensioni,
sulle pubblicità che a New York come qui rendono i palazzi vetrine multimediali.
Ma mentre «In Corea del Nord non c’è pubblicità, e il Supermercato più
importante si chiama Supermercato Numero Uno, in Cina è molto diverso.
Si parla di micro-elettronica, software e prodotti pirata. Fanno tutto
velocemente, hanno fame di qualsiasi cosa. A Shenzhen l’impressione era quella
di vedere costruire New York in un giorno solo. La settimana prima vedevi il
negozio che vende la zuppa all’incrocio della strada e la settimana dopo il
palazzo con le pubblicità enormi».
Parlando
delle impressioni, «Shenzhen graficamente ha tutti i colori, è veloce, è
cemento senza verde. A Pyongyang invece il colore prevalente erano il grigio e
il bianco». E la versione .graphic è maggiore di .journalist in
Delisle «Il giornalista deve essere preciso, vedere i fatti. La mia invece è
una visione soggettiva che, però, mi dà anche maggiore libertà,
consapevolezza».
Come nell’informazione cross-mediale, nei
BlogMedia, dove lo sguardo non è obiettivo ma dichiaratamente soggettivo. In
cui lo scenario cambia e contemporaneamente si trasforma il contesto. Guy
Delisle è animatore, oltre che autore tradotto in tutto il Mondo «L’animazione
è un sentire, un modo di vedere le cose, di raccontare le storie, la mia vita
vede i cambiamenti e li trasforma». In progetti grafici.