Il “riscaldamento globale” secondo i Jaspers

“Grazie al riscaldamento globale / Ci abbronzeremo anche a Natale” canta il Coro di voci bianche del Piccolo Coro San Paolo, nell’ultima canzone dei Jaspers resident band per 4 anni a Quelli Che Il Calcio che presentano oggi il videoclip del singolo Riscaldamento Globale, focus track del nuovo album Come Asini Nel Pozzo, uscito il 15 dicembre in vinile, CD e su tutte le piattaforme digitali (NEEDA / Indaco / Altafonte Italia).
Fra i numi tutelari del sound dei Jaspers (il nome della band riferimento al filosofo e psichiatra Karl Jaspers) possono essere annoverati Frank Zappa così come anche i Bluvertigo di Metallo non metallo, un po’ di Elio e le storie tese ma anche, un certo non so ché, di Franco Battiato.
Facciamo due chiacchiere con i Jaspers alla release del videoclip di Riscaldamento globale.

Quando si parla del “ruolo” dell’artista ci sono sempre due schieramenti: da un lato chi professa l’impegno anche politico (in letteratura, Orwell) dall’altro la necessità dell’entertainment. Il pezzo Riscaldamento globale è sia politico che pop, funny e funky: il ruolo dell’artista è, dunque, far pensare ma con un sorriso? 

“Il modo scanzonato con cui viene esposto il tema nella nostra canzone è lo stesso che parte dell’umanità ha per la maggior parte dei problemi di carattere globale, e non solo. Pensiamo che l’arte abbia la funzione e la forza di scuotere, indipendentemente dal tipo di emozione che suscita, noi molto spesso lo facciamo attraverso l’ironia, e se il messaggio deve passare attraverso di essa, ne siamo ben felici. Ci fa sorridere parlare di un tema così tragico con un piglio scanzonato e strafottente, ma – appunto, come dicevamo – è esattamente l’atteggiamento che ha spesso l’umanità riguardo a certi temi”.

A parte i negazionisti del clima – Elon Musk fra questi – oggi sappiamo che IL problema dell’umanità è, e sempre più sarà, legato agli stravolgimenti climatici già in atto. A non comprendere le questioni ecologiche oggi ci sono molti giovani, gli abitanti di domani, eppure continuiamo a bere acqua in bottiglie di plastica e usiamo i derivati del petrolio?
“Negli ultimi anni sono sempre più giovani a prendere atto del proprio futuro incerto, sono anni difficili, quindi indubbiamente stanno aumentando la consapevolezza e la presa di coscienza su alcuni problemi, soprattutto quello climatico che da decenni viene ormai scientificamente e ogni anno riconfermato come sempre più catastrofico. Il tema è complesso, ma ovviamente siamo ancora qui con le stesse cattive abitudini, per ovvie ragioni, di carattere politico ed economico su larga scala. La speranza che vive in noi è sempre quella del, Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo; quindi che aumenti la consapevolezza attraverso la sensibilizzazione su ogni singolo individuo”.

Il mercato è… completa la frase con uno scenario e motivala
“Il mercato è, dovrebbe essere, un luogo di scambio per cose utili alla sopravvivenza ma anche per cose meravigliose come la musica, l’arte, l’artigianato e tanto altro in cui l’uomo è abilissimo a fare. Poi c’è il paradosso in cui il mercato è la compravendita di denaro, ossia la vendita di denaro col denaro, un paradosso che porta al nulla. Quindi il mercato è il nulla”.
Lo psicologo Olivers Sacks nel suo libro Musicofilia scrive del potere salvifico della musica, così come in altri suoi lavori emerge il binomio punto di vista/percezione. Non è per niente vero che va tutto bene, in quest’epoca senza futuro. La musica (cantata) che ‘senso di costruzione’ del futuro può avere?
“Bellissimo libro che alcuni di noi hanno anche letto, la musica ha un potere salvifico sicuramente, ma a livello più personale e intimo, alcune canzoni possono sicuramente aiutarci a superare momenti di grandi difficoltà, accompagnarci in momenti di gioia e ci possono aiutare a costruire il nostro futuro e la nostra persona, ma solo nella nostra parte più intima.Il mondo e la società possono essere cambiati da una canzone? La storia ci dice di no. Purtroppo”.