E SE? Domani esce il 2° libro della saga-cult “N.E.O.” di Michel Bussi

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E se lasciassimo il governo del mondo in mano ai ragazzini? Parte da questa domanda il nuovo romanzo distopico di Michel Bussi, N.E.O.-Libro Due I due castelli che esce domani per le Edizioni E/O (trad.it. Alberto Bracci Testasecca,€18).
I due castelli prende l’abbrivio dall’estate. Ci sono soldati nei campi della Strega, fuoco tra le capanne, villaggi vuoti nella luminosità del crepuscolo dove vivono “maiali, cinghiali, cerbiatti, vitelli, capre, pecore…”. Il mondo è ai minimi termini, governato da tribù, la regressione ambientale ha determinato un ritorno alle origini primitivo e caotico: le lande sono secche e i figli della nube hanno ormai 14 anni, sono cresciuti.
I ragazzini abitano il nuovo mondo, il potere e il dominio dell’uomo sull’uomo passa da spade e scienze occulte, rimedi a base di decotti ed erbe. Una neo-società biofiliare: Parigi è ridotta a covo di ladri, le pale eoliche girano mentre alcuni gruppi (i Passerotti) del retro-mondo immaginato da Bussi ingaggiano battaglia contro i soldati di Giovanni (!) D’Arco: Akan intanto cerca di cacciare indietro le truppe di Mordelia, la strega che odia le comunità che si sono unite nel tepee e nel castello.
Michel Bussi – nato in Normandia, attualmente l’autore francese di gialli più venduto oltralpe, tra le sue opere oltre a N.E.O 1-La caduta del sole di ferro, Tutto ciò che è sulla Terra morirà e il romanzo cult Ninfee nere da cui venne tratta l’omonima graphic novel – parte da una riflessione fantastica e approda a un what if che, in qualche modo, cavalca i global strike for future i movimenti ecologisti che, da qualche tempo, stanno portando in piazza milioni di giovani in tutto il mondo.
L’ipotesi interessante della saga – nel romanzo viene già dichiarata il volume 3, L’impero della morte – è la calma infranta dalla guerra, le nuove divinità-totem e i Sapienti del castello, il Settimo Ministero (dove, come ruoli, spiccano il Ministro delle Piante, degli Animali e della Terra e la Ministra del Tempo passato), l’idea fideistica e il dogma, e la lettura ormai dono per pochi (“Ti dice qualcosa un libro?”, i libri che sopravvivono agli incendi delle guerre).
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Foto di Riccardo Bertolo da Pexels

Bussi ci consegna un “nuovo ordinario”, un senso del futuro che dopo 2 anni di pandemia pare a noi adulti classe dirigente di questa contemporaneità social e tecnologica che ci sfugge, sempre più lontano, e noi tutti in overload; l’autore slitta in avanti l’orologio e gioca a ipotizzare un world building fantasy anche se la sua ipotesi è piuttosto realistica, ovvero che l’uomo non basti più nemmeno a se stesso, anche nei Due castelli la razza umana composta da giovani ha sempre gli stessi problemi, e deve risolvere domande che rimandano a responsabilità e vecchi adagi, che fare? Chi ha avvelenato infatti gli animali? In quanti sono sopravvissuti sulla Terra, e soprattutto oltre i confini della Senna di nuovo percorsa a bordo del veliero Albatros, cosa c’è?
Colonne d’Ercole e Campi di Marte, Bussi con un linguaggio semplice e immediato parla di consumi ed elettricità, fa muovere i suoi personaggi in un mondo in cui più di tutto è importante organizzare le riserve economiche e i turni di lavoro, un po’ come occorrerà fare di qui in avanti, su un pianeta che forse finalmente abbiamo capito essere chiuso, con risorse limitate, e i nuovi lavori home working, smart, sono i ragazzi di oggi – abitanti del domani – che dovranno risolvere il gender gap in una società liquida in cui loro sono i primi a scendere in piazza, magari rinnovati nell’outfit (come nel romanzo di Bussi, accade con la lollymoda) e a riprendere in mano le lotte per i diritti identitari-sessuali (anche in N.E.O. l’amore è una leva sociale) e sotto le foglie di platano e castagno si fa il futuro: “Voi che partite sarete i nostri occhi / A noi rimarrà il vostro cuore / Voi che partite a cercare nuovi sbocchi / Li troverete altrove con amore / Sotto il cervo verde nostro emblema / Queste poche parole vi saranno cantate / Partite, ma i nostri cuori stanno in pena / Se prima dell’inverno non tornate / Voi che salpate per un luogo inesplorato / C’é Maria Luna che veglia su di noi / E se il mondo di prima era invecchiato / Sarà migliore quello che verrà poi“.
Da più parti, si insinua la soluzione del viaggio, della partenza verso lidi. Forse non ci sarà un nuovo Eden a cui approdare. Di sicuro gli scrittori da tutto il mondo ci dicono che non possiamo più restare fermi. Occorre cambiare. A bordo di tutti gli Albatros possibili. Alla ricerca di chi vive fuori dalle ‘nostre’ città oramai sature, uscire fuori, verso le campagne e i boschi, oltre i fiumi alla ricerca dei bambini-uccello (come in Sweet Tooth), nelle stagioni che si susseguono.
Rimane da sapere quali siano Le cinque regole del Grande Cervo e soprattutto quale Il segreto di Luponero.
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Foto di David Selbert da Pexels