l’arte dell’inganno

Vittorio_Giacopini_L_arte_dell_inganno_Fandango

E' uscito da non molto, L'arte dell'inganno (Fandango, euro 16) di Vittorio Giacopini. La storia è quella di B.Traven. Lo scrittore mascherato, un uomo fantasma, nascosto agli occhi perché per lui contava solo ciò che si scrive. La storia di uno che non si voleva far vedere né riconoscere, che vende milioni di libri e scompare avvolto in un mistero scelto, calibrato stretto sui giri del non apparire, il contrario delle moderne superstar della parola, dei mestieranti dell'esibizione letteraria, B.Traven alias Ret Marut alias Traven Torsvan alias B. – quello che scrive il Tesoro della Sierra madre sulla cui epopea John Huston realizzò l'omonimo film Oscar con Humphrey Bogart.
Giacopini torna a scrivere di uomini e storie dimenticate, forse proprio per questo più forti del mare, più intense delle vite quotidiane di noi comuni mortali.
La storia di B.Traven è misteriosa fin dall'inizio, figlio di nobili tedeschi decaduti? figlio di N.N.? americano, messicano, anarchico? Cosa sia Traven nessuno può dirlo, dal Messico a Prenzlauer Berg la vita di questo scrittore che non voleva dire nulla al mondo, perché tanto ciò che doveva dire (poco) lo scriveva, è un'avventura alla ricerca di un mistero, un viaggio senza senso apparente dentro una mente geniale, dentro le foreste del Sudamerica, romanziere scostante, incisivo, che a vederlo col senno del poi sembrava volesse solo grattare via la patina della mediocrità, alla ricerca della libertà sopra tutto. 
Giacopini scrive, e scrive bene. Riconsegna a chi vuole leggere di vite consacrate alla grazia dei gesti un altro dei suoi figli dimenticati, in un'epoca di falsa stucchevole sovrabbondanza. Un libro forse meno ispirato di "Re in fuga" (bellissimo, sul geniale scacchista B.Fisher, di cui abbiamo già parlato qui), L'arte dell'inganno un romanzo di storia e dignità, di formazione d'uomo, breve come la vita, intenso e scontroso, per fortuna non assertivo, r-esistenziale.