fast4ward puntata 12: the niro

Theniro
 
(il .pdf dell'articolo uscito oggi su Nòva, ultimo numero del 2009, auguri)

(altered version)

La prima cosa è la voce. La seconda, il suono della chitarra. La terza, la capacità di creare immagini dal suono. Dopo il fortunato esordio con l'omonimo album, Davide Combusti in arte "The Niro" (MySpace) pubblica a marzo il nuovo lavoro Best Wishes (Universal) del quale abbiamo ascoltato in anteprima alcune tracce (a breve i due live “special” per i lettori di Nòva).
Il prossimo album: “Sarà un album con suoni potenti e brani sussurrati, dalla voce barocca alla Beach Boys, in cui c'è una variazione spontanea”. The Niro suona molti strumenti “non vorrei essere classificato come genere, le definizioni bloccano le derive della (mia) musica“ come nell’arco della giornata in cui ci si sveglia in un modo e si va a dormire in un altro, in una chiacchierata la persona che hai davanti la vedi sotto vari tipi di luce”.
Ogni album è un luogo “dove sono andato a finire è un nonluogo, vorrei rappresentare talmente tante cose che l’unico trait d’union tra tutte le tracce sono io”. Ogni pezzo del giovane cantautore romano è scritto come se fosse una sceneggiatura, colpa e merito di un nome d'arte che evoca uno dei più grandi attori di sempre «Sono contento dell'alias The Niro – si legge De Niro ndr – era il nome della mia band”. Pochi mezzi molte idee “registravo con un microfono da 6 mila lire e il Penthium 2, con un programma base per registrare Qbase VST. Le prime composizioni le facevo guardando film famosi, i noir con Humphrey Bogart e la Nouvelle Vague, su quelle immagini costruivo la mia colonna sonora”.
Cinema e musica in questo artista convergono, inevitabilmente. Dopo aver musicato Suzanne di Leonard Cohen (cantata da Violante Placido nel film Il grande sogno) e cantato un pezzo di Michele Braga per il film Tutto l’amore del mondo, The Niro ha scritto “una rock opera, un film musicale basato su 19 brani inediti (da ascoltare London Theatre e In My Memory) scritti nell’arco di 3/4 anni. Singoli pezzi che ho lasciato fermi e che a un certo punto ho capito essere in realtà un unico progetto, avevano degli incastri perfetti”.
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Oggi The Niro pubblica con una major “quando sono passato alla Universal, mi capitava di scrivere il soggetto di ogni brano” oggi il metodo creativo unisce il mercato a una
provenienza “il mondo underground è tutto ciò che non riesce ad avere una visibilità popolare e non vuole esserlo, è un modo di vivere le esperienze in modo autonomo, a prescindere dai risultati: alcuni progetti come White Stripes non ambivano a essere cantati allo stadio…(PO POPOPO POPO PO ndr). Essere underground,essere sotterranei, dà un vantaggio: pensi a fare liberamente quello che vuoi”.

La creatività “è un cerchio sempre aperto che si allarga, una circolarità che crea nell'oggi per ritrovare domani”. Un atto libero “non ho preso lezioni di musica, all'inizio suonavo anche 10 ore al giorno. È la curiosità, la voglia di tirare fuori un suono, mi sono educato concretamente a riprodurre ciò che ho in testa. La musica mi rende libero dai bisogni”.

La voce “spesso mi capita di suonare in trio, formazione efficace ed essenziale, sostituisco gli strumenti. La voce copre vuoti, è una funzione, una sfumatura che racconta ciò che suono, immagini vere”.

Il rapporto col tempo per un artista “quello che faccio non è accostabile a un periodo storico, non so che tipo di musica sto facendo… la musica mi sveglia, non ti fa dormire, perché il tempo non basta, l'artista non accetta il suo trascorrere”. La contemporaneità “vedi una sorta di disagio sociale, ma in periodi di crisi profonda di idee, emerge il tempo di trovare altre strade”. L'arte rende immortali
“è un linguaggio  universale, fatto dai singoli. Il concetto di immortalità non posso dirlo, l'arte è opera di trasformazione in senso egoistico”.
Il live “dimostra quanto vali, io sono sempre stato nel circuito indipendente e mi piacevano i dischi auto-prodotti”. The Niro canta in inglese “lo uso, è un linguaggio universale, cerco di usarlo in modo non appiattito, per arrivare a più persone, magari in futuro scriverò in italiano…”.
Prossimi concerti “da marzo parte il tour negli Usa e Inghilterra con il tastierista degli Embrace”.