I Baustelle e il viaggio di Baudelaire

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Un video, una domanda, un
progetto. Per il nuovo album “Amen” (Warner Atlantic, 2008) i Baustelle hanno
realizzato in Sicilia il viaggio-documentario del nuovo singolo in uscita
Baudelaire
– in anteprima le prime immagini sul blog – che verrà presentato
tra pochi giorni negli stores della Fnac: Torino, 16/6; Milano, 17/6; Verona,
21/6; Roma, 25/6.
La band ha intervistato i
siciliani sul “significato” di Baudelaire, il senso del vivere (dalla
poesia Le Voyage del poeta francese).
Un progetto complesso, sintesi di
creatività e organizzazione. Un video che è storia di incontri, frame di luoghi
e persone di una terra contrastata. Con una regia realizzata seguendo i «Comizi
D’amore
» di Pasolini, girato nel 1965.
Così i Baustelle – Francesco Bianconi: voce, chitarre;
Rachele Bastreghi: voce, synth; Claudio Brasini: chitarre – sono diventati per
qualche giorno attori non protagonisti. Una modalità imprevista per la band
che, dalla musica, ha dovuto tradurre il testo in domanda.

in anteprima esclusiva, le prime immagini del documentario

I Baustelle in viaggio per Baudelaire è il
documentario che racconta i giorni tra l’8 e l’11 giugno: tre giorni nella
Sicilia che porta il mare alla roccia, il sale alla montagna, l’Etna. Dai pub
alle case d’artisti, dalle piazze al concerto ai Mercati Generali, dall’Università alle strade. Una soluzione artistica
che riprende lo spirito dell’inchiesta documentale, di ricerca d’umanità e
storie.
Ma anche un’azione di communication marketing «Abbiamo
creato un gruppo di lavoro in cui ogni individuo da il meglio di sé, in
relazione all’artista» dice Alessandro Chiapello di Casasonica management, «è
importante lavorare su progetti complessi cercando livelli di comunicazione
trasversali. In cui la creatività si incontra con la gestione aziendale». Un
incontro per contraddizione, veloce, innovativo. Azioni dirette in cui il
sapere non è parcellizzato, ma condiviso. Così se da un lato la produzione
struttura il viaggio, dall’altro l’artista è libero di immaginare percorsi
diversi dallo standard.
I giorni passati con i Baustelle si sono alternati
velocemente: le foto sulla spiaggia della Plaja di Catania, il mare, il
pomeriggio al Nievski (locale storico della “prospettiva” di Franco
Battiato) di cui Saro, il proprietario, racconta «la scelta commerciale di non
dare alcolici ai minorenni», le chiacchiere sulla vita «che è capacità di
impegnarsi con le proprie mani in progetti reali, perché la morte è solo quella
dell’anima» – Sartre ndr.
La sera a casa di Antonio Presti, artista che lavora con i
bambini di Librino, un’arte di r-esistenza, per creare macchine di bellezza
«perché gli uomini possono finire, estinguersi, le macchine no, sono immortali
come i meccanismi». Le chiacchiere con il musicista Mario Venuti: il pop e il
Mercato. Sotto, piazza Stesicoro e l’anfiteatro romano sopravvissuto alla lava,
l’odore notturno dei limoni. In fondo alla piazza, il mercato ru lune
(in passato «il mercato del lunedì», oggi la Fiera).
Poi l’intervista nell’Aula studio della facoltà di Scienze
Politiche, con radio Zammu e gli studenti universitari. Il dibattito sulla
necessità di un’economia che tenga conto delle relazioni più che dei prodotti,
anche in Italia, che per Francesco «Non è un paese libero… dove non esiste
inchiesta. È un paese involgarito, ecco allora il perché di una canzone dall’intento
provocatorio come Baudelaire, un pop che rientra nel Sistema del mercato
ma con un testo forte, che smuove e costringe a parlare del senso della
vita-morte, del Nulla fatto prodotto d’acquisto. Un testo esistenziale».
In una terra assolata dove i politici sembrano santini, sono
le idee che possono sbaragliare l’esistenza, scompaginarne la direzione.
Durante l’incontro, in diretta radiofonica, si collega un forum (la community
di alcuni fan) e la tecnologia della Rete aggiunge instant messages al live,
viaggia in parallelo con la realtà.
Ma il dibattito all’Università rimane ideale. I ragazzi
parlano solo del lavoro che non c’è. Ci si interroga troppo sulla teoria. I
Baustelle tornano fuori, allora, alla necessità di crescere individui, senza
didattica, che altrimenti sembra morale. Peraltro di superficie.
Nel pomeriggio, ci sono le interviste alle radio locali che
«come Rock FM di Milano» dice Francesco «ormai chiusa, sono un media che rappresenta
spazi poetici importanti», di comunicazione dell’underground.
In serata l’aperitivo in un locale del centro, i Baustelle
intervistano altre persone mentre l’Italia degli europei perde 3 a 0 contro
l’Olanda di Van Basten.
L’ultimo giorno, quello del concerto, la scuola di Librino
(oggi periferia desolata, troppo vicina all’aeroporto di Catania-Fontanarossa,
ieri città satellite residenziale progettata dall’architetto Kenzo
Tange)…altre interviste che sfilo per non abusare, perché il ruolo del media è
anche evitare l’overload. E infine, il live ai Magazzini Generali.
Baudelaire l’ipertesto, la canzone e la domanda. Baudelaire
il nuovo video dei Baustelle. Un documentario e un viaggio, un prodotto e uno
sconfinamento. Un clip innovativo, di ricerca e contenuto. Buona visione…

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