Siamo nell’era dell’Antropocene e, per uscirne, ormai è chiaro, occorre un cambio di prospettiva.
Fare ricorso al sapere, a modelli non solo economici ma, di più, eco-logici nel doppio criterio linguistico di οἶκος, casa, il nostro habitat micro e macro-quotidiano.
La pluralità di specie che vivono in uno stesso luogo, l’interconnessione che ne consegue.
E su cosa sia la vita, queste esistenze complesse che vivono sul pianeta, una superficie terrestre totale di 5,1 x 108 km2, sulla quale le terre emerse pesano per 1,49 x 108 km2 mentre gli oceani “valgono” 3,61 x 108 km2.
Di tutto questo, del sapere ancestrale, e molto di più, si parlerà domani alle h20 in diretta streaming Facebook con Manari Ushigua, leader politico e spirituale della nazione nell’Amazzonia ecuadoriana, figura-chiave nel movimento indigeno dell’Ecuador, vicepresidente della CONAIE (Organizzazione Nazionale Indigena dell’Ecuador), presidente della Federazione Indigena Sapara che, da rappresentante e difensore dei diritti indigeni, è riuscito a conservare più di 276.000 ettari di foresta primaria minacciata dalle industrie estrattive.
In molti, nel mondo, si stanno avvicinando alle pratiche e alle visioni delle comunità indigene, piuttosto efficaci in termini di equilibrio, integrazione e salvaguardia degli habitat.
QUI il TEDx di Manari Ushigua a Quito
Insieme a Manari Ushigua, Eduardo Kohn – professore associato di antropologia alla McGill University, autore del saggio Come pensano le piante (nottetempo) – che con i suoi studi sfida i fondamenti dell’antropologia, mettendo in discussione i presupposti di base su cosa significhi oggi “essere umani” distinti da tutte le altre forme di vita. A coordinare i lavori, Livia Filotico fondatrice di IDA-creatives (agenzia di cambiamento che si occupa di progetti nel settore culturale e non profit), a cui ci si deve riferire per l’iscrizione all’evento online.
La visione e la metodologia della pedagogia dei Sapara dell’Ecuador si fonda sulla necessità di un rinnovato equilibrio con gli altri regni. L’importanza di proteggere sempre più territori dal disboscamento, sarà uno dei grandi temi del futuro. Quali diritti per le piante? E gli animali?
I Sapara sono un popolo indigeno originario della foresta amazzonica lungo il confine col Perù, riconosciuti dall’UNESCO come “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”, e la cui cultura e il modo di vivere sono intimamente legate alla foresta (qui un articolo apparso su Granta).
All’inizio del XX secolo i Sapara erano 200.000, oggi ce ne sono meno di 500 e solo 4, tutti con più di 70 anni, parlano ancora la lingua Záparo.