Formare alla scienza è vivere senza preconcetti. Per Margherita Hack, astrofisica italiana e divulgatrice scientifica, l’educazione è libertà e sperimentazione, cultura della ricerca e verifica della realtà. Durante Mare di Libri – Festival dei ragazzi che leggono (svoltosi a Rimini lo scorso 18-20 giugno), e in contemporanea con l’uscita del suo ultimo libro "Libera scienza in libero Stato" (Rizzoli, € 16.50), l’insigne astrofisica ha parlato di approccio scientifico e innovazione. Con un occhio, oltre le stelle, al futuro dei giovani.
«Educare alla scienza vuol dire formare nelle future generazioni una mentalità razionale, che si basi sull'osservazione dei fenomeni e cerchi di trarre leggi generali. Dunque, formare esseri liberi nel pensiero, che non siano vittime di superstizioni e pregiudizi. La scuola è il nucleo di questa formazione ma servono più laboratori, anche a costo zero: ne ho visti alcuni in provincia di Pordenone attrezzati con mezzi di fortuna, dove i bambini si provano su esperienze scientifiche e fin da piccoli imparano il lavoro di équipe, con quelli di quinta elelmentare che spiegano a quelli di terza… La formazione va di pari passo con la sperimentazione: quando si vede realizzato ciò che si è letto, lo si capisce prima. Ci si abitua a un’intelligenza scientifica!».
Investire in istruzione «L’innovazione si fa con la ricerca, che è frutto della scienza applicata, che a sua volta è frutto della scienza pura. Se si tagliano fondi all’Università come possiamo innovare? Nel nostro Paese, i tagli alla Ricerca rischiano di destinare l'Italia alla “via del sottosviluppo”. Innovazione vuol dire inventare: esiste poi un infinito modo di innovare! Ma significa sempre rendere più semplice, fare qualcosa di utile, produrre a costi minori: oggi potrebbe voler dire costruire macchine a idrogeno e ad acqua».
Giovani: il cammino della scienza «trovo fondamentale fare un lavoro che piaccia, che susciti nell’uomo la sua curiosità e la voglia di capire… come nello sport bisogna “allenarsi” duramente per fare lo scienziato (Margherita Hack è stata atleta di salto in alto e in lungo ndr).
(da sinistra: Galileo Galilei, Isaac Newton, Albert Einstein)
L’augurio ai giovani è quello di trovare un’Italia che si renda conto delle necessità della Ricerca e non permetta più la “fuga dei cervelli”. Il Giappone, dopo la Seconda Guera Mondiale era un Paese quasi medievale, e oggi domina il mondo con i suoi prodotti elettronici, le macchine, le moto. Penso all’Italia che negli anni Sessanta ha avuto grandi aziende come la Piaggio, Olivetti che fu il primo a mettere in commercio il computer. La sfida oggi per il nostro Paese è essere competitivi, innovare e produrre». Le crisi, in scienza così come nella società, si risolvono «con la cultura e l'innovazione della cultura. Anche se, spesso, nella scienza lo sviluppo è dettato dai “lampi di genio”: proprio per questo, allora, non è tanto importante “programmare” l’innovazione quanto rendere fertile il terreno dove svilupparla».
“Libertà” scientifica «significa indagare le leggi della natura senza vincoli (religiosi, dogmatici,…) avendo come regola una norma etica fondamentale: che la nostra libertà di ricerca non violi la libertà di vita degli altri esseri viventi». Si ha invece una “rivoluzione” in scienza «quando si trova un modo per scoprire cose, fino a quel momento, ritenute impensabili, vecchie di secoli: si è avuta una rivoluzione quando Aristarco disse che era la Terra a girare intorno al Sole… Nuove scoperte in Astrofisica si sono avute quando è nata la spettroscopia (lo studio della propagazione della luce nello spazio ndr)».
La scienza è fondamentale perchè svela le verità, visto che tutto è governato da leggi fisiche: ci sono voluti secoli per capire perchè chi è in Australia non vive a testa in giù». I tre scienziati di sempre. «Galileo, l’innovatore e l’iniziatore della scienza “moderna”; Newton, per la forza di gravità; e poi Einstein – forse il più grande – che ha avuto intuizioni in grado di stravolgere per sempre il senso comune».
Dall’astrofisica all’astrologia di maga Magò (cfr.il film La spada nella roccia di Walt Disney per verificare la somiglianza con Margherita Hack! ndr) «Le stelle per i greci e i romani erano degli dei, oggi sappiamo che sono pianeti con una distanza dalla Terra, e dunque l’effetto che possono avere sulla vita degli umani è trascurabile quanto l'effetto gravitazionale che può avere una formica su quello del nostro pianeta».
Margherita Hack. Vivere con la testa fra le stelle, ma coi piedi sulla Terra.