ustation radio

Ustation

“Datemi una radio e vi solleverò il mondo!” avrebbe detto Archimede (Pitagorico?). Così devono aver pensato gli ideatori di USTATION – Elena Bravetta (che viene da Radio 110 Torino), Gianluca Reale (da Radio Zammu Catania), Tiziana Cavallo (da Radio Fuori Aula Network Verona) e Romeo Perrotta (da Facoltà di Frequenza Siena, la prima radio universitaria in Italia).
Ustation è il primo media network universitario nato all’interno di Working Capital (programma per l’innovazione di Telecom Italia) che integra la crossmedialità ai media classici – tanto che ha già prodotto Universication, il programma televisivo che, dalle Università, è sbarcato su La7.
«Ci siamo incontrati a RadUni, il festival delle emittenti universitarie, da lì l’idea di essere un moltiplicatore» dice Reale. E continua «esistono infinite realtà di media universitari, così abbiamo iniziato a sperimentare un notiziario settimanale prodotto e ridistribuito nel circuito».
Ustation aggrega i contenuti audio e video realizzati dagli studenti, all'interno delle radio e delle tv d'ateneo. Il processo è dal basso «le news si formano in modalità UCC-University Created Content» in pratica le singole radio-antenne mandano le notizie che poi vengono inserite in un palinsesto, e poi «abbiamo aperto ai contributi dei singoli producer-studenti».


Elena_bravetta 
Gianluca_reale 
Tiziana_Cavallo_BN 
Foto RomeoRitagliata
 
(da sinistra: Elena Bravetta, Gianluca Reale, Tiziana Cavallo, Romeo Perrotta)

Ustation «per moltiplicare i contenuti sparsi in tutta Italia, abbiamo immaginato un portale – il web è il brodo naturale delle esperienze – con l'obiettivo di creare un media con basi locali, non governate dai grandi sistemi, che producesse contenuti “autonomi”, pensati liberamente (su singole campagne mediatiche o su singoli progetti)» e, chiude Reale «i media universitari sono un po' come la radiofonia degli anni Settanta, l'epoca d'oro delle “radio libere” (due per tutte, Radio Aut di Peppino Impastato e Radio Alice di Bologna ndr) che attivavano stimoli socio-culturali».
Il network «è basato su un processo di federazione. Abbiamo 40 Università-antenne, per aumentare il numero usiamo tutte le opportunità del futuro, tipo il mobile… e i game, l’edutainment sono le “leve” prossime future!». Sull'organizzazione, dice Bravetta «Il mondo dell’Università è un mondo chiuso, e le aziende spesso non investono: la nostra intuizione è stata avvicinare due mondi chiusi». Per Bravetta «Ustation è una “porta”: da un lato avevamo le realtà universitarie (massa critica di utenti) e dall'altra, la televisione».
Il media-teorema di Ustation è, quindi, contenuti prodotti dagli utenti in modo cross-mediale con un auto-prodotto che supera i limiti degli strumenti e arriva fino alla tv generalista, e infatti continua Bravetta «Su queste basi abbiamo creato Universication (www.universication.it) in quella trasmissione abbiamo raccontato le storie di quegli studenti che fanno informazione (…)» – nelle puntate, infatti, i quattro redattori erano ripresi in tutto il processo, dal backstage alla messa in onda.
Idee per la tv e il domani «Una delle domande che abbiamo sollecitato è Come la tv può sfruttare il web?» racconta Bravetta «Il futuro non è nella tv di oggi, destinata comunque a impoverirsi; il futuro sarà un altro media, in cui ognuno si costruirà la sua programmazione: sarà la tv sul web!».
Infine Ustation è una porta di relazioni e connessioni, chiude Bravetta «diamo alle realtà universitarie la possibilità di attivare una relazione con l’esterno (da Arezzo Wave al MEI).
Le radio-antenne di Ustation organizzano seminari sul giornalismo partecipativo, sull'impatto zero, i games, FaceBook, contest sulla musica indipendente, webtv con altri magazine… Prossimi incontri e info, www.ustation.it.

  • alberto |

    Oltre ad Archimede credo che pure il nostro Marconi sarebbe fiero di voi. Bene cosi, ragazzi!!!

  • gianluca |

    Ciao Mauro, grazie per il pezzo. Hai reso bene la nostra chiacchierata. Adesso su ustation.it abbiamo lanciato una iniziativa ludica sui mondiali: “telecronista per un minuto”.
    A presto
    Gianluca

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