«Il 17 marzo 1683 Hubert Macary scrutava il
mare, in attesa dei vascelli in arrivo. Solo lui e l'amico Francis Levert
sapevano che al largo di Roatán stava per apparire la flotta più imponente che
i Fratelli della Costa avessero mai allestito. Ben diciassette velieri, inclusi
vari brigantini da una trentina di cannoni ciascuno.
Appoggiato con il gomito a
una torretta di guardia, la gamba sinistra su un cannone arrugginito, Hubert
pregustava lo spettacolo. Per assaporarlo si metteva nei panni degli spagnoli
di qualche città costiera, quando al largo apparivano i pirati.
Ecco decine di
vele all'orizzonte. Le campane di tutte le chiese suonavano l'allarme. Le navi
sembravano lontane ma, se avevano il vento a favore, erano velocissime. Tempo
un quarto d'ora e iniziavano a cannoneggiare il forte della città. Tempo
mezz'ora e uomini assatanati, portati a terra dalle scialuppe, sbarcavano
urlando in cerca di una preda qualsiasi» (…).
Esce oggi Veracruz (Mondadori Strade Blu)
secondo capitolo sui pirati di Valerio Evangelisti. Dopo Tortuga
(Mondadori, 2008) il raffinato autore della saga di Eymerich, torna sui mari a
raccontare avventure, sempre più crudeli, dei Fratelli della Costa.
In questo
"prequel" della saga dei pirati, il cavaliere de Grammont porta i
suoi filibustieri all'assalto di Veracruz, la città più importante della
Spagna. Attraverso le gesta di Macary, Van Hoorn, Bamba, Big Willy, e molti
altri personaggi, scopriamo l'assalto alle prigioni, l'arroganza di un potere
nato sul mare, il rischio di essere uccisi preso come compagna di
venture.
I pirati di Evangelisti sono macchiati di sangue, non c'è spazio
per i tentennamenti. Veloci, spietati, i bucanieri della Jolie Rouge (la bandiera pirata, comunemente nota come “Jolly Roger” ndr)
pensano solo al bottino, non hanno niente di romantico: cattivi, masnadieri,
tagliano gole, stuprano, nella saga sono al soldo di Sua Maestà di Francia (ma
quando assaltano una nave e la scoprono francese, uccidono l'intero
equipaggio).
Linguaggio asciutto, quasi atroce. Scompare
quasi del tutto, in Evangelisti, la versione della comunità "aperta"
dei pirati (solo un breve accenno alla pratica di delegittimazione dei capitani
a opera degli equipaggi), scompare l'Isola felice e i pirati buoni del cinema.
Anche l'amore è merce violenta. Dopo la lettura di Veracruz rimane
una scia rosso sangue, con gli squali pronti a divorare gli sventurati che
cadono fuori bordo (leggendo il libro scopriamo che pochi pirati sapevano
nuotare).
Benvenuti a bordo sulla rotta dei Fratelli della
Costa!