l’ultima scalata

Se ne va “il più bravo di tutti”, John Bachar è caduto da 31 metri. Un volo infinito, di quelli che non ti rialzi dopo e non dici “tutto bene ragazzi”.

Finisce così uno dei climber più leggendari di sempre, uno che aveva scalato in free solo (da solo e senza corde, stile puro) le pareti più verticali del pianeta (articolo N.Y.Times). La falesia dietro casa, ai piedi del Dike Wall vicino il Mammoth Lakes, lo aveva visto arrampicarsi così tante volte da non contarle più. Eppure è proprio lì, sugli angoli ripercorsi a mente, la familiarità del gesto, che il più forte arrampicatore Usa (per gli addetti ai lavori, dai tempi di Royal Robbins) ha conosciuto il salto finale, quello che non riesci più a tirare via dalle dita, fatto di mani nude e corpo, senza protezioni, libero, un atto estremo sì, ma di estrema libertà.
John Bachar apparteneva alla generazione nuova, di scalatori “puri” che scalano rifiutando accessori, perché “disonesti”. Perché quando pensi che la montagna sia un’alta via, non pensi che stai salendo roccia, ma che stai scalando cielo.