repressione in Francia: il caso Olivier Théron

Yogurt

Fondatore dell’associazione "Vélorution" a
Toulouse, Olivier Théron è prigioniero al carcere di Seysses dal 30 novembre. È
diventato un prigioniero politico in Francia per aver lanciato nel 2004 due
vasetti di yogurt scaduti sul vetro dello sportello posteriore della limousine
del Ministro dell’interno dell’epoca, Nicolas Sarkozy, mentre circolava in
contromano nelle strade di Toulouse, passando con il rosso e oltrepassando
abbondantemente i limiti di velocità.
A partire da quel momento gli avvenimenti precipitano
rapidamente. Olivier Théron viene arrestato a più riprese mentre pedala sulla
sua bici in centrocittà o partecipa a delle manifestazioni ciclistiche di
dissenso. Viene messo in garde à vue,
incriminato e condannato per dei fatti inizialmente qualificati di infrazioni
al codice stradale, poi diventati oltraggio e ribellione una volta arrivati al
commissariato di polizia.
Per non aver mai rinunciato a esprimere pubblicamente le sue
idee e per aver denunciato più volte le pressioni e le minacce degli agenti e
l’arbitrario delle decisioni del tribunale contro di lui (il rifiuto
sistematico di accesso alla difesa al dossier dell’accusa, l’assenza di
dibattito contraddittorio, l’intimidazione dei testimoni da parte delle forze
dell’ordine, la non accettazione delle denuncie depositate da Olivier stesso
per difendersi da questi "arresti arbitrari" e gli "abusi"
commessi), i giudici tolosani lo hanno condannato pesantemente, nell’era
sarkosista, a 7 mesi di prigione.
Olivier sarebbe stato inizialmente scarcerabile il 13 maggio
2008, dopo sei mesi di detenzione, ma si è visto notificare a qualche giorno
dalla sua uscita annunciata un decurtamento di 14 giorni che gli erano stati
cancellati per buona condotta su ordine del giudice di applicazione delle pene
Alain Moulins.

Da 172 giorni Olivier Théron è privato della libertà, dei
diritti e della sicurezza della sua persona.
Il 27 maggio 2008, si terrà una conferenza stampa di sostegno
alla vicenda. Il picchetto si terrà davanti al Tribunale di Grande Instanza di
Toulouse, a place du Salin, martedì 28 maggio 2008 alle 18.

Le comité de soutien à Olivier
Théron contact :
olivier.libre@no-log.org

info sul caso:
http://toulouse.indymedia.org/article.php3?id_article=23399
http://cnt.ait.caen.free.fr/forum/viewtopic.php?t=3982
http://www.cntaittoulouse.lautre.net/article.php3?id_article=236&lang=fr
 

La decisione di non scarcerabilità è stata presa senza una
riunione della commissione dell’applicazione delle pene s’iscrive in una lunga
serie di atti di accanimento che Olivier continua a subire da quando è
detenuto. A metà marzo è stato messo in cella con un condannato per violenza
carnale e recidiva (condannato a 15 anni in prima istanza). Questa codetenzione
problemática è finita solo grazie al sostegno esteriore che ha suonato il
campanello d’allarme nella società civile.
All’inizio di aprile Olivier è stato obbligato a consegnare
al direttore della prigione una lettera di dimissioni dalla formazione che
stava seguendo con il pretesto che il posto sarebbe stato di un co-detenuto. A
metà aprile è passato davanti alla commissione disciplinare della prigione per
prendersi 7 giorni di cella di rigore per una trappola architettata dal suo
co-detenuto e dagli aguzzini della prigione che lo hanno allo stesso tempo
minacciato di morte.
Il 19 maggio è stato portato alla centrale della gendarmeria
di Seysses e interrogato per una nuova denuncia per oltraggio depositata dal
procuratore Bellacène nei suoi confronti. Lo stesso che era presente in tutte
le commissioni d’applicazione delle pene concernenti Olivier. Questa denuncia
appena depositata si riferisce a dei fatti avvenuti prima dell’incarcerazione
di Olivier. Se una nuova accusa si profila all’orizzonte l’orizzonte potrebbe
restare a strisce per Olivier, anche dopo la fine della sua pena, il 27 maggio
prossimo.

In Francia questi fatti non accadono per la prima volta.
Recentemente nel quotidiano "Liberation" a fatto conoscere la storia
di una donna che è stata condannata a 7 mesi di prigione nel 2002 e ne è uscita
solo nel 2007. Cinque anni in tutto. La sua pena è stata prolungata con una
serie di denuncie depositate contro di lei dai funzionari dell’amministrazione
penitenziaria e della giustizia, per un delitto reiterato senza sosta:
"l’oltraggio".