Terry Brooks: un’intervista, da Faerie alla TV

Terry_Brooks
Articolo su Il Sole 24 Ore Nòva di oggi, pag.12

(Segue la extended version per l’on-line; sotto la video-intervista con gli altri contenuti)
Esistono scrittori che hanno raccontato il proprio tempo meglio di chiunque altro (Charles Dickens, autore de Le due città, il best-seller che ha venduto di più nella storia della Letteratura mondiale, 200 milioni di copie). Alcuni che lo hanno anticipato (George Orwell). Autori che hanno immaginato altri mondi, creato nuovi immaginari (J.R.R. Tolkien, autore del secondo best-seller: Il Signore degli Anelli, 150 milioni di copie vendute).
Terry Brooks, 70 anni il prossimo gennaio, è uno dei “grandi vecchi” della Letteratura mondiale. Scrittore fantasy e, a breve negli Usa, anche produttore della serie TV del suo best seller Le pietre magiche di Shannara.

Da poco è uscito I guardiani di Faerie (Mondadori, pagg. 360, € 20) primo volume di una saga “conclusiva” in cui lo scrittore racconta del conflitto Magia vs Tecnologia? Una domanda che non riguarda solo i suoi libri. Ma anche – in questi anni di paradigmi insufficienti e riformulazione dei rapporti – il nostro prossimo futuro.
«In questa saga Magia e Tecnologia vincono in maniera alternata. Entrambe sono importanti per lo sviluppo delle razze (attualizzazione del tòpos fantasy Natura vs Industria ndr). Ci troviamo in un tempo in cui la Magia ha ricominciato a prendere potere, e alla fine la Tecnologia si dimostrerà impossibile da controllare».
Un confronto che, per l’autore, rispecchia il dilemma contemporaneo “Uomo/Tecnologia”: «Nel mondo di Faerie la Tecnologia viene ritenuta infallibile, e la razionalità favorita perché in grado di creare alleanze. La Magia è considerata pericolosa, ma può risolvere molte cose. Non so cosa accadrà al pianeta Terra. So quello che accadrà nei miei libri. Anche se è ovvio che, anche se non scrivo del mondo “vero”, ne vengo ispirato. Gli autori usano tutto quello che succede intorno per immaginare le proprie storie».
COP_TERRY BROOKS guardiani di faerie
Già nel suo saggio, A volte la magia funziona (Mondadori, pagg. 143, € 13) Brooks definiva la creatività come la capacità di far sopravvivere la fantasia, il bambino dentro di sé, e lasciarla agire.
Anche ne I guardiani si forma un “supergruppo” di individui – escamotage spesso usato nei fumetti – in cui ogni componente ha un’abilità specifica e diversa dagli altri: «Penso che se sei nato con un’abilità hai il dovere di metterla a servizio degli altri (più o meno, la stessa posizione: “Da un grande potere, derivano grandi responsabilità” di Peter Parker alias Spiderman ndr). Le abilità dei miei personaggi influenzano il gruppo, e la direzione del viaggio: tutti loro hanno un compito, una missione, e non si tirano indietro. Ma questo accade anche nella vita di tutti i giorni. Se hai un dono, è ciò che ne fai … è come reagiamo, e rispondiamo alle avversità della vita, che in un certo senso ci qualifica».
Anche se l’abilità non è tutto: «A un amico insegnante qualche tempo fa, durante una lezione, un allievo ha chiesto: “Prof, che posto occupa il talento nella Classifica per diventare uno scrittore di successo?” Risposta del mio amico: “Il talento è al 45° posto. La perseveranza è al 2°. Al primo, c’è la fortuna”.
Brooks ha scritto anche di Fantascienza (Episodio I – Star Wars). Quanto è importante il Lato Oscuro nelle storie? «La forza dell’antagonista in un certo senso determina il protagonista. Uno scrittore deve essere bravo a descrivere entrambi; mi stimola molto. Quando inizio un nuovo libro, mi ispiro alla TV, ai quotidiani: per ogni notizia mi chiedo cosa è successo, perché, cosa succederebbe se … nei primi tre libri di Shannara c’era il contrasto tra trasgressione e redenzione. In tutti i miei libri c’è un potere oscuro ma la vera domanda è quale è la fonte dell’ambizione? In Faerie ci sono creature condannate nel Divieto, ma insieme a loro la razza dominante, gli Elfi, ha esiliato anche i “nemici”: in base a cosa decidiamo, allora, cosa è buono o cattivo?»
Molti dei personaggi descritti da Terry Brooks lottano per un motivo. Se l’uomo è le sue scelte (v. Batman ne Il Cavaliere Oscuro ndr), cos’è la libertà? «È la possibilità di intraprendere altre direzioni. Concedendosi l’opportunità di vivere la propria vita, così come la si vuole. Scegliendo, e pagandone il prezzo ovviamente. Ecco, la libertà risiede in quella scelta».
Brooks
Fino a 40 anni, in effetti, Brooks faceva l’avvocato: «I sogni rappresentano ciò che potrebbe accadere. Sono il nostro “vero” mondo, quello interiore, lo mettono in prospettiva. I sogni sono la misura della nostra possibilità di evolvere. Senza sogni, del resto, non esisterebbe neppure il progresso: pensate a quegli individui che “vedono” il nostro futuro – i visionari – come Bill Gates … Per i creativi, i sogni rappresentano la possibilità di tirare fuori ciò che è, ancora, allo stato potenziale. Per gli scrittori, invece, la parola “sogno” significa tutto ciò che può ispirare, al lettore, un punto di vista “nuovo” sul mondo».
Per il cyberpunk il tempo è stato il futuro. Molti romanzi si confrontano con il passato. Per Marguerite Yourcenar, il tempo è “il grande scultore”. Dopo essere stato considerato l’erede di Tolkien – e per chi scrive l’allievo ha superato il maestro – e oltre 30 anni passati a scrivere di “altri mondi”, cos’è il tempo per Terry Brooks? «Quello che mi sta scivolando tra le mani. Il tempo non ci restituisce semplicemente una descrizione degli anni: il tempo che ci rimane, o la misura dei nostri fallimenti, delle opportunità sprecate, o dei (momentanei) successi… Per me, il tempo è il modo in cui misuro la mia individualità. È la risposta che mi do, quando mi chiedo: Ho usato bene il
“mio” tempo?
«Nei miei romanzi, la variabile Tempo corrisponde al mondo immaginario; non è separato né infinito rispetto ai luoghi di cui parlo, ma tutto sommato non è neppure così determinante: tra una storia e l’altra possono passare anche centinaia di anni. In questa prospettiva, immagino il futuro come una sorta di specchio. Un mondo che non finisce, ma che semplicemente cambia per sempre, nei termini e nelle misure».

A very special thanks to Shawn Speakman “to link”.

(Il terzo best-seller della Letteratura mondiale è Il piccolo Principe di A.Saint-Exupéry, 140 milioni di copie).