Stamattina, ritorno. Andare via dall’Ellevilde Boutique Hotel con un abbraccio, e l’idea di tornare nel profondo nord d’Europa, dove sempre trovo gentilezza ed essenzialità, una qualità che apprezzo molto, sempre, l’essenziale che non è mai “poco” è (solo) quello che serve, l’impronta più lieve che si possa avere, nella vita sulla Terra.
Ho molto sbagliato, nella vita intendo, se c’è un modo per migliorare forse parte da qui, dal non dimenticare mai la cura per l’altro, gli altri, la Natura, gli animali, la natura umana, floreale dei giorni, anche se oggi, per esempio, alla riconsegna della macchina mi è stata contestata una piccola striatura sulla portiera sinistra, ma non posso dimostrare il contrario, perché quando prendi un’auto al Rental Car all’inizio vuoi solo partire, non fare le foto che serviranno a dimostrare la tua estraneità al danno eventuale.
Mi aspetto l’ennesima multa, rischi del mestiere di scrivere sempre più ridotto all’osso. Siamo una specie in via d’estinzione. Bisogna stare attenti a tutto, ormai, piccoli imprenditori di noi stessi, responsabili di tutto, non c’è più nessuno che si assuma l’onere di niente, se non il piccolo che resta all’orto di ciascuno. Va bene. Me ne vado dalle Møn un po’ triste un po’ disperatamente disilluso, il mondo, le auto, le piccole beghe quotidiane che ci allontanano dalle cose importanti, che sì abbiamo perso, o perderemo. Sempre.
Per fortuna prima di andare via Kirstine mi ha regalato due pietre a cuneo che conserverò per ricordarmi il mare.
Nello zaino ho anche un po’ di ginepro macerato: odora di mosto ma è più intenso, speziato, me lo ha regalato Uffe stamattina, il titolare barbuto che parla un po’ di italiano, Uffe produce Gin nel suo laboratorio Isle of Møn Gin, fuori dalla sua speciale isola alberi da frutto, dentro un mondo racchiuso in bottiglia, mappe al posto delle etichette. Chissà se mai qualcuno ci darà una bussola per capire come fare a trovare la rotta giusta, possibilmente senza ammaccature né troppe nostalgie.