Mitch Epstein. “American nature” alle Gallerie d’Italia Torino


Inizia da oggi e fino al 2 marzo 2025, la mostra “American nature” retrospettiva di uno dei più importanti fotografi naturalisti del mondo, Mitch Epstein.
Le sue fotografie, sviluppate in grande formato, immergono il visitatore in una natura selvaggia primordiale non alterata dagli esseri umani, celebrando al contempo gli antichi regni viventi che l’uomo rischia di perdere a causa dell’emergenza climatica.

L’esposizione presenta per la prima volta le serie fotografiche più significative degli ultimi 20 anni di Epstein, attraverso le quali l’autore esplora i conflitti tra la società americana e la natura selvaggia nel contesto del cambiamento climatico globale.

Temi di un’attualità sconcertante, se si pensa alla prospettiva ventennale del lavoro, post 9/11 ma anche pre-pandemico, e prima ancora dell’Era trumpopulista (il prossimo 5 novembre si terranno le elezioni presidenziali americane, data storica per la coincidenza con la Congiura delle polveri con cui Guy Fawkes – personaggio da cui Alan Moore trasse ispirazione per il suo V for Vendetta – tentò di assassinare il Re e tutti i Lord del Parlamento britannico, ndr).

American Nature è, al tempo stesso, un’odissea artistica e un ritratto politico della nazione in questo periodo cruciale sia un monito esistenziale di un futuro potenzialmente catastrofico.
Tre i titoli delle sezioni di immagini per “American nature”: American Power, Property Rights e Old Growth.

In American Power l’artista si concentra su come le nazioni e gli interessi privati sfruttano la natura, documentando l’impatto della produzione e del consumo di energia sul paesaggio e sulla popolazione degli Stati Uniti grazie a un reportage itinerante che ha portato Epstein, tra il 2003 e il 2008, a viaggiare per tutto il Paese.

Nella serie Property Rights il fotografo americano (sulla scia dei lavori “politici” di William Faulkner ai tempi de I nomadi che, ai primi del Novecento, migrarono verso la California ndr) si/ci domanda a chi appartenga la terra, e chi ne abbia in fondo il diritto di sfruttarne o saccheggiarne le risorse, emergendo le dinamiche di espansione coloniale e sviluppo industriale tipiche del neo-colonialismo occidentale, significative le immagini che ritraggono alcuni indiani Sioux nella riserva di Standing Rock.

Old Growth celebra invece le antiche foreste sopravvissute in regioni remote degli Stati Uniti: la quasi totalità delle antiche foreste americane – il 95% circa – è stato distrutto nel secolo scorso.
Infine, nella sala immersiva delle Gallerie d’Italia – Torino, sarà presentato in anteprima il progetto Forest Waves, un’installazione video e sonora delle quattro stagioni nelle foreste del Berkshire, la cui colonna sonora dei musicisti Mike Tamburo e Samer Ghadry è stata registrata in quelle stesse foreste.

Info
Gallerie d’Italia – Torino, Piazza San Carlo 156, Torino (martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica:  9.30-19.30; mercoledì 9.30-22.30; lunedì chiuso; ultimo ingresso: un’ora e mezza prima della chiusura).
TARIFFE: intero 10€, ridotto 8€, ingresso gratuito per convenzionati, scuole, minori 18 anni e prima domenica del mese; ridotto speciale 5€ under 26 e clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo.
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