Catturano una grande quantità di anidride carbonica e proteggono le coste da tempeste e inondazioni, nutrono pesci e animali e rendono l’ambiente libero dagli effetti nocivi delle radiazioni UV-B: sono le mangrovie, le foreste sul mare, che dal 2019 vedono un giorno dedicato grazie al riconoscimento Unesco in quanto “ecosistemi rari, ma fondamentali per il benessere, la sicurezza alimentare e la protezione delle comunità costiere di tutto il mondo”.
Il 26 luglio è dunque la Giornata internazionale delle mangrovie momento di riflessione sull’ecosistema generato da queste piante, la cui sopravvivenza è minacciata dal cambiamento climatico: le foreste di mangrovie infatti negli ultimi decenni hanno subito un declino, che solo ora si sta arrestando (in controtendenza c’è solo il Pakistan dove, da rilevazioni satellitari, si vede che nel periodo tra il 1986 e il 2020 sono triplicate). A livello mondiale, infatti, oltre 1/3 di queste foreste sul mare è andato perso negli ultimi 50 anni.
Oggi, il tasso di declino è controbilanciato dalle attività di riforestazione che permettono un alto livello di assorbimento dei gas serra (10 volte di più rispetto ad altre piante): è quanto emerso dalla ricerca scientifica appena pubblicata da Up2You, società greentech e B Corp certificata che sostiene le aziende nel loro processo verso la neutralità carbonica, e che da anni si impegna per il ripristino delle foreste di mangrovie.
Questi, in breve, i dati raccolti da Up2You: 351 milioni di mangrovie piantate, oltre 350.000 ettari di foresta costiera salvati; l’habitat di 134 specie animali, tra cui gatto pescatore, il coccodrillo e la volpe di Blanford.
Sono alcuni dei risultati del progetto Delta Blue Carbon, il più ampio programma di riforestazione di mangrovie a livello internazionale, in corso da 9 anni nel Delta dell’Indo, cui si aggiunge quello della cattura di quasi 2.5 milioni di tonnellate di CO₂eq annui – la stessa quantità di gas serra emessa da un aereo di ultima generazione che faccia il giro della Terra 3.268 volte ndr -, il progetto ha inoltre reso possibile il miglioramento delle condizioni di vita di circa 43.000 persone (Certificato Verified Carbon Standard e CCB (Climate, Community & Biodiversity), si legge dalla nota della società.
Piccoli passi che mostrano due aspetti importanti in chiave di contrasto all’emergenza climatica.
Il primo aspetto è relativo al binomio tra cambiamenti climatici e condizioni socio-economiche, che ormai lo abbiamo capito sono sempre correlati.
Il secondo aspetto riguarda la necessità di tutte le nostre azioni presenti e future, ovvero – come ci ricorda l’intera comunità scientifica – occorre contenere il surriscaldamento globale del pianeta a 1,5°C entro il 2100 se vogliamo dare un futuro all’umanità.