Il 2024 inizia sotto il segno di una fiaba ecologista per i più piccoli, ma non solo. A 25 anni dalla sua scomparsa esce oggi per la prima volta in Italia, Un anno di sorprese di Leo Lionni (Babalibri, testo e illustrazioni di L. Lionni, traduzione di Cristina Brambilla, € 11,50).
È la storia di due topolini che un giorno incontrano un albero, l’amicizia fra i simpatici animaletti e la pianta diventerà la più chiara, e lampante, dimostrazione del fatto che abitiamo tutti sullo stesso pianeta, e proprio per questo dobbiamo proteggerlo e salvaguardarlo. Proteggere la Natura, e questa è la ‘morale’ che l’autore vuole passare ai suoi giovani lettori, significa prendersi cura di noi e degli altri, anzi per meglio dire dell’altro.
Artista di statura mondiale, Lionni per oltre 70 anni ha spaziato tra progetti e creazioni diverse: pittore, architetto, grafico pubblicitario, graphic designer, direttore di giornali, autore e illustratore per bambini (per i più piccoli ha firmato oltre 40 libri conquistando 4 volte la menzione al Caldecott, il più prestigioso premio americano del genere, e dozzine di altri premi).
I topi gemelli di Un anno di sorprese si chiamano Milo e Mina. Durante un giorno di neve, faranno conoscenza di Mel, un albero dai modi gentili, gran conversatore, che all’inizio scambiano per un manico di scopa. La scoperta e l’amicizia fra i due protagonisti – veri e propri alter ego dell’autore – evolverà di pari passo con il passare delle stagioni. Il tempo è un galantuomo e tutto si sistemerà per il meglio insomma, sembra essere un po’ questo il messaggio ottimistico, e postumo, di Lionni.
Di volta in volta, con il prosieguo della storia, Milo e Mina impareranno che la pioggia fa ridere Mel come il solletico e che, per questo, non ha bisogno del loro ombrello per ripararsi. Allo stesso modo, adesso che ha fatto amicizia con i topini Mel è più felice perché, ora, ha qualcuno che lo protegge dalle sigarette e dai falò, in cambio dona loro i suoi frutti più buoni.
Pagina dopo pagina, le colorate illustrazioni di Un anno di sorprese ci ricordano così che nasciamo, viviamo su questo mondo per uno scopo, sopra tutto: proteggerlo, e dedicarsi alla sua salvaguardia significa amare, in fondo, anche noi stessi. Ed è proprio l’insegnamento della bellezza, della cura, di un ascolto dell’altro che nasce Un anno di sorprese poiché non possiamo, e non dobbiamo, prescindere da un noi collettivo – animali, vegetali, minerali, virus persino – il pianeta Terra è costituito da più che la semplice somma delle parti.
Un autore impegnato, Lionni, che nacque ad Amsterdam nel 1910 e morì a Radda in Chianti nel 1999, giovanissimo si trasferì in Italia (a 14 anni) fino a che le leggi razziali non lo costrinsero a fuggire negli Stati Uniti; emigrò dunque a Philadelphia, dove divenne un grafico pubblicitario di grande successo. Nel 1948 fu nominato art director di Fortune. In quegli anni venne a contatto con i più grandi artisti dell’epoca, dal giovanissimo Andy Warhol a Willem de Kooning. Riuscì a tornare nell’amata Italia solo nel 1960, dove si stabilì definitivamente, per dedicarsi alle opere per i più piccoli. Un anno di sorprese (Babalibri) ci riporta nel mondo della botanica a cui Lionni dedicò il suo genio di filosofo e favolista, così come già accaduto ne La botanica parallela, sorta di manuale immaginario in cui l’autore olandese si divertì a scrivere un trattato di Scienza inesistente, un finto manuale scientifico la cui peculiarità fosse quella di potersi leggere come un romanzo uscito dalla Biblioteca di Babele (sul solco della zoologia fantastica di Borges), in cui Lionni ideava il concetto di una nuova scienza immaginaria che ci avrebbe permesso di guardare al mondo con occhi nuovi. Sembra scritto per i nostri tempi negazionisti e chiusi.