Ho comprato la bici sabato mattina, in zona
ticinese. Soluzione eco-compatibile alla mia esistenza a Milano. Ruote bianche
e nere. Telaio marrone. Da postino di Neruda, freni finto-bacchetta. Così oggi, dopo aver finito la mia giornata di
lavoro, in serata sono uscito a fare un giro, ho pensato figata in bici che
d’estate (quasi, è il desiderio di caldo che tutti abbiamo dopo un inverno
così) c’è ancora il sole gli uccellini la città intorno insomma due passi che
“Lassa pur ch’el mond el disa | ma Milan l’è un
gran Milan | Pòrta Cicca e la Bovisa | che d’intorni pròpi san | e la nebbia
che bellezza, | la va giò per i polmon!”
Polmoni e salute contro inquinamento e smog,
insomma mi sono detto ha ragione l’Europa, il futuro è in un mondo di ciclisti.
E, quindi, via in Duomo! Ho parcheggiato la bici in via Torino angolo piazza
san Giorgio, quello con la chiesina e il bar. Dove c’è il punto BikeMi dell’ATM, così ho pensato posto
frequentato, la lego bene al palo, dritta che non dà fastidio (da bravo
cittadino), col cavolo che me la rubano (mi dicono sia questa la piaga di tutti
i ciclisti di Milano)! Infatti, sono tornato dopo due
ore, verso le 17,30 e la bici…era lì. Di traverso sul palo, con la ruota
completamente storta, il telaio marrone (il mio bellissimo telaio “marrone
Neruda”… esisterà poi come colore?) rientrato, la lamiera contorta che sembrava
aver preso un tir addosso e invece…invece mi hanno detto tre ragazze spagnole
che erano al bar che è stato il furgone che rifornisce i punti ATM del servizio
BikeMI…ma come? Ho detto, come? Pare che il furgone ha scaricato le bici gialle
e bianche (quelle del servizio pubblico, che puoi andarci in giro per la città)
e poi se ne è andato, ma prima m’ha acciaccato la mia, di bici!
Il pubblico che schiaccia il
privato, e io che gli avevo pure scritto una recensione!
E insomma il signore scortese dell’ATM che
mi ha risposto quando ho chiamato il numero verde, che gli devo essere sembrato
scemo, ma ero solo in preda all’assurdità, comunque il signore scortese mi ha
detto che domani dovrò chiamare l’Ufficio Sinistri. E allora già mi immagino il
palazzo di Asterix nelle 12 fatiche, un immenso palazzo di carta computer superburocrati
che mi diranno “Non ha testimoni tranne le spagnole?” No cavoli (che sfortuna,
proprio in questo momento con l’aria che tira per i non-italiani, neanche a
dire un vecchio signore di Lampugnano). E le spagnole stasera rientravano a
Como e domenica tornano in Spagna (beate loro), mi hanno detto le ragazze,
gentilissime che sono state le uniche a “vedere” la cosa e mi hanno lasciato
pure il numero (non ci ho provato!). Il resto, il bar, i negozi (4), nessuno ha
visto niente… altro che Sicilia!
Vabbè, domani chiamo l’Ufficio Sinistri… Intanto a casa ci sono tornato a
piedi. E poi dicono che bisogna guardarsi dai ladri di biciclette!