Esce il 19 novembre Spaces (Erased Tapes) il nuovo album di Nils Frahm, compositore residente a Berlino. Musicista in grado di saldare l'elettronica allo "spazio" infinito, e il Tempo a una composizione aerea, degna di un compositore di musica classica.
Spaces è un album, se si può usare il termine, "magico". Ogni canzone è strutturata partendo dal punto di forza di Frahm: l'improvvisazione. Ogni nota cade come goccia, precisa, secca, ripetitiva (la traccia 2, Says sembra di assistere al primo giorno del mondo).
L'album intero è concepito come interazione, tra l'artista e i suoi strumenti (Ross's Harmonium); la musica e il pubblico che ascolta: non è un caso che il musicista abbia deciso di inserire all'interno dell'album alcuni pezzi in cui si sente qualcuno dal pubblico che tossisce, o si avverte l'eco del suono di un cellulare. Perché l'ascoltatore è parte integrante dell'opera, questo vuole suggerire – in maniera per niente invasiva né didattica – Nils Frahm.
E noi siamo gli occhi che ci guardano, e le orecchie che ci ascoltano: «È come se ci fosse un dare e ricevere reale e alla pari tra musicista e ascoltarore e mi fa rendere conto di quanto io dipenda dal mio pubblico. E dato che le persone sono diverse ogni sera anche la musica che viene suonata è differente. Ogni posto in cui ho suonato ha la propria magia e il proprio spirito». Ogni volta usiamo parole nuove, ogni volta che incontriamo un luogo nuovo – il genius loci dei classici – cresciamo. Ogni singolo incontro è un portato nuovo di pensieri, che accrescono ciò che (non) sappiamo.
Frahm racconta tutto questo con i suoi suoni siderali (ascoltate la traccia For-Peter…) la musica che più gli è congeniale, e un messaggio semplice come le note bellissime che escono fuori dal suo pianoforte (la traccia 5, Familiar sembra di essere catapultati come inchiostro in un giorno piovoso di Novembre, passi che attraversano il suolo inumidito di un parco, a terra foglie gialle cadute nel fango).
Spaces verrà pubblicato in CD, doppio LP e digitale.
Dopo i primi due album, Wintermusik e The Bells, le collaborazioni con Sarah Neufel degli Arcade Fire, concerti che lo hanno portato anche alla Royal Opera House (la traccia Hammers dal vivo indurrebbe a pensare a Frahm come David Helfgott che si confronta con il "Rach3" di Rachmaninoff sul film Shine).
Per chi scrive, Spaces non è lontano – in un mondo che solo "produce" – da una parola che è suono raro (di carillon quasi, un raffinatissimo balletto sul lago dei cigni, il collo lungo e bianco di Unter Tristana Ambre).
Spaces è un'opera di rara bellezza (e la sua canzone Dedication, Loyalty dall'album The Bells una delle 50 canzoni che vanno assolutamente ascoltate, e riascoltate, nella vita). E Nils Frahm un musicista vero, di quelli che entreranno nella Storia.