E così chiude un pezzo di storia del fotoreportage d'autore… Come un enorme Galactus, la catastrofe silenziosa continua a ingoiare immagini e protagonisti della carta stampata.
Grazia Neri è una delle due agenzie fotogiornalistiche italiane più grandi. Dopo il dimezzamento dei suoi dipendenti, tagli, insostenibilità economica (un calo del 40% del fatturato nell'ultimo anno), l'agenzia resterà aperta nei prossimi mesi solo ed unicamente per portare a termine i progetti già intrapresi.
Mentre per alcuni è semplicemente frutto della creative destruction del mercato, la notizia – qui su questo blog – suscita un certo sgomento. Non solo perché negli anni l'agenzia Grazia Neri è diventata punto di riferimento internazionale – tra i fotografi più noti rappresentati dall’agenzia: Karsh, Annie Leibovitz, Douglas Kirkland, Herb Ritts, Donna Ferrato, Giorgia Fiorio, James Nachtwey, David Burnett; ma soprattutto perché Michele, figlio di Grazia Neri, che da quest'anno era alla guida della società, è un collega e, perché no, una brava persona. Qualche tempo fa parlavamo delle difficoltà di fare fotografia in questa epoca… di r-esistenza. God bless!