Viviamo in un'epoca così veloce che il termine "democrazia" (parola composta da δήμος-démos: popolo e κράτος-cràtos: potere, non quello di God Of War ndr) si rielabora, si attualizza.
Parole come identità (primo momento di elaborazione di governo su se stessi, di un'etica che dall'individuo permette poi l'aggregazione) o come spazio (inteso come luogo, o come nonluogo, o come cyberspazio), definiscono tutta l'impossibilità a tracciare definitivamente tutti i paradossi della cosiddetta "era digitale".
Un libro appena uscito tenta di originare una riflessione allargata, che metta in relazione la politica (da "πόλις", città) che governa lo spazio pubblico dell'uomo, lo spazio di incontro tra identità in un luogo, e il nuovo reggente dell'Epoca – il MassMediaWorld (evoluzione del World Wide Web).
Se questa è democrazia. Paradossi politico-culturali dell'era digitale di Carlo Formenti (Manni, 2009, euro 17) punta il dito verso la crisi delle forme strutturate e analizza i nuovi contesti di espressione tecnologica – dalla e-democracy al cyberspace come "continente invisibile"; dal Web 2.0 all'open source; da Matrix. Il mito della fine della storia (un intero capitolo) alle utopie realizzabili…
Un breve saggio veloce, quasi imprescindibile, per chi vuole anticipare la nuova forma che sarà.