le fiabe che aiutano a crescere

978-88-566-3043-5_250X_
Le favole ai piccoli, quelle raccontate intorno al fuoco, quelle che servono da esempio facile, immediato, a far crescere persone che saranno domani. Storie belle, che portano lontano, scritte per essere narrate, e rinarrate. Nella catena infinita di parole che alimentano altre parole, e che si arricchiscono a ogni passaggio della personalità di chi le racconta.
Noor Baba è lo pseudonimo che racconta, riscrivendo/interpretando "Le avventure del piccolo Simbad" (Il battello a vaporePIEMME). A partire dalle avventure del celebre marinaio persiano, e delle sue meravigliose avventure da Mille e una notte, l'idea di fondo di questa serie è un riuscitissimo reboot: ovvero un "ricominciare dall'inizio" che in questo caso fa rima con, riportare il protagonista all'età del target di riferimento delle storie, più o meno dai 7 anni.
L'avventura Il drago starnazzante, Euro 8, uscita numero 3 – da un'idea di Cristina Brambilla, testo di Serena Daniele, con le simpatiche illustrazioni di Barbara Bongini – vede il nostro piccolo eroe in ritardo per la cena. Il nonno Samir e la piccola Sherazade (i nomi schiudono, sono "magia" e significato) lo attendono. Ma il piccolo ritardatario… è in ritardo. E però, come nelle migliori tradizioni, Simbad arriva (meglio tardi che mai) con una bellissima storia da "rifilare", ehm, raccontare al nonno e alla piccola amica.
I disegni e la divisione in capitoli di questa fiaba, ben costruita nei dialoghi e ancor di più nelle descrizioni che rendono agli scenari esotici pan per focaccia (è proprio il caso di dire) sono costruiti secondo i canoni tipici della Morfologia della fiaba di cui Vladimir Ja.Propp parlava nell'omonimo testo uscito per Einaudi (Euro 18, con un intervento di Claude Lévi-Strauss): la struttura, l'eroe raccontato nei primi capitoli dagli occhi degli altri personaggi che dunque servono da ingresso al carattere e alle specifiche dell'eroe; il nonno (che per Propp era la baba-jaga, la vecchia strega tanto cara anche alle storie di Miyazaki), l'uso di metafore e la suddivisione in capitoli che rispecchiano l'andamento dell'io narrante, in questo caso. L'uso degli elementi "quotidiani" come il cibo (pag.21: "Stamattina quando mi sono svegliato, il sole picchiava come il martello d'un fabbro. Ma c'era vento, un vento che portava tanti profumi: riso speziato, frutta, tè alla menta…") tutto nella storia del drago starnazzante richiama alla memoria l'ambientazione, la suggestione, in poche parole le immagini che devono provenire dalle parole, nelle favole, così come in tutte le storie che vogliano, e debbano, creare e ricreare altre parole, e nella catena infinita della tradizione orale. 
Ci sono poi gli insegnamenti, il sottotesto, o se vogliamo la morale (mores: nel senso di regole, qui per i bambini, che diventeranno adulti, di stare in comunità, e dunque divenire donne e uomini del/nel mondo). Simbad, in questa bella avventura, è contrario all'accaparramento di pochi a danno di molti. E "una storia non è mai una perdita di tempo" dice il ragazzino. "Ci sono tanti mondi", chiede ancora Sherazade al nostro. E la sua risposta è, nel nostro mondo interetnico che sempre più lo diverrà, ovviamente "Sì".
Ma il drago starnazzante è soprattutto la storia di un tacchino che in realtà era… un altro tipo di creatura, ulteriore sviluppo dunque del tema dei "diversi" e della diversa interpretazione che si può avere del mondo: gli adulti colti e intellettuali potrebbero persino ascrivere questa attitudine degli insegnamenti delle favole al termine Weltanschauung (la visione del mondo e delle cose, che è propria per ogni persona e cambia in base ai propri presupposti e conoscenze) i bambini per fortuna invece si divertiranno soprattutto alle grida del drago, aspireranno a volare a dorso di quel piccolo animaletto a scaglie, proprio come Simbad!
E' buona anche la chiusura, la "fine" come si dice, ne Il drago starnazzante. Perchè non finisce. E anzi chiude con una storia nella storia, schiude dunque. Alla prossima storia.
E, piccoli o no, chi di noi non vorrebbe vivere una fantastica avventura?