La (nuova) musica da sogno dei Roanoke

È nata una stella nella musica italiana, una band di cui sentirete parlare, e molto. Il nome non è facile da pronunciare, ma i Roanoke hanno le idee chiare sul loro presente, e il futuro. E forse la musica italiana ha trovato uno dei gruppi che si apprestano a fare non solo bene, ma che possono arrivare, almeno per chi scrive, ai livelli internazionali.
Ilaria Paladino, voce; Nicola Alianelli alla chitarra; Leonardo Spina batteria; Alessandro Alei al basso.
La musica dei Roanoke non è solo folk acustico, ma suggestione e ambienti, sussurri al chiaro di luna, chitarre che si sovrappongono alle lucciole e ai respiri.
Formazione base, a quattro, musica senza confini già dal primo Ep appena uscito, dall’evocativo titolo Black Cat, tre canzoni e un video per il singolo omonimo, bello come un sogno, per la regia di Alberto Viavattene, autore della celebre clip del Rockin’1000 Cesena.

La voce di Ilaria Paladino pare aver assorbito il sussurro di Shirley Manson, passando dai tedeschi Nova fliegt zum mond, sembra di percepire Nick Drake e Tim Buckley, echi di sirene mischiati al pop più iconico, persino la Adele nella sua versione Oscar ® Skyfall di 007.
La band, formatasi a Roma appena nella primavera del 2014,  in poco tempo ha già meritatamente messo in sequenza tappe di livello, e senza bruciare: ospiti dell’Arezzo Wave 2015, Eutropia, Make your Fest, Rock Contest di Controradio, e il Coffi Fest di Berlino. Agli inizi di quest’anno la partecipazione alla fiction Tutto può succedere di RAI UNO, e già in testa nella  playlist del M.E.I., importante appuntamento della musica indipendente italiana.

Di seguito un’intervista alla cantante Ilaria Paladino
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Cosa è Black cat: le chat noir a Parigi, il déjà-vu in Matrix, Totoro di Miyazaki…?
«Le dimensioni sono quelle di Totoro, forse potrebbe ricordare anche il gioco d’ombre del Chat noir, ma non c’è alcun collegamento. Non è nemmeno una campanella d’allarme, quindi niente Matrix. Non ho preso consciamente spunto da alcun riferimento reale. Black cat è la descrizione di un mio sogno ricorrente. Parla di un gatto che viene a trovarmi di notte, mi si mette accanto al letto e aspetta che io lo veda. Il gatto a un certo punto si fa minaccioso e prova a colpirmi. Io scappo tutto il tempo, sperando di non essere presa. Diciamo che il risultato è grottesco se si pensa a un gatto violento, simile a Totoro, che vuole aggredirmi. Eppure la mia paura è crescente e il malessere resta anche al risveglio, quando il sole sorge: “The rising sun, the light that saves my dreams”.»

Due canzoni in qualche modo simili (Black Cat e Randal) una diversa (Phoenix), il vostro è un Ep che parla di cosa?
«Sono due canzoni che appartengono allo stesso genere, ma il cui significato è completamente differente. Lord Randal prende spunto da una ballata tradizionale scozzese, che ci piaceva particolarmente per via della storia. Parla di un avvelenato e del suo amore tradito. Phoenix, invece, come Black cat, racconta un sogno e in questo caso il sogno è di Nicola, il co-fondatore dei Roanoke. La storia è quella della Fenice, della rinascita, il tutto ambientato in un mondo sommerso simile alla Cisterna Basilica di Istanbul. Il nostro Ep racconta il nostro modo di concepire la musica, che poi è rappresentato anche dal nostro nome. Il popolo di Roanoke è un popolo di cui non si sa niente, sparito nel nulla. Come un sogno dopo il risveglio, appunto».

Cosa leggete? 3 libri a cui attingete quando scrivete
«I Diari di Vaslav Nijinsky, La Signora delle camelie di Alexandre Dumas e Le avventure di Gordon Pym di Edgar Allan Poe. Questi sono i libri che ci piace leggere, ma per i testi spesso non attingiamo dalla letteratura, piuttosto da idee estemporanee che comunque, in qualche modo, riconducono, anche inconsciamente, a quello che suscita la lettura di un libro».
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Kurt Cobain visto attraverso gli occhi della figlia Francis Bean nel bellissimo documentario Montage of Heck diceva che occore: «Alzarsi ogni mattino e scrivere 5 pagine». I Roanoke si alzano ogni mattino e scrivono musica, come? Dove? Quali sono le suggestioni e i colori?
«Se si riferisce a una specie di regola sana per comporre, dovremmo prenderla in considerazione. In realtà non credo ci siano degli appuntamenti, almeno per la composizione. Avviene in maniera abbastanza randomica, quindi si deve sperare che sia l’ispirazione a venirci incontro. Generalmente ci riuniamo in casa, chitarra e voce. Abbiamo bisogno di un’atmosfera molto casalinga. Io canto liberamente sulle melodie di Nicola e per liberamente intendo che i testi, inizialmente sono inventati. È la musica ad avere tutte le attenzioni, solo in seguito ci concentriamo sui testi e insieme o da soli scegliamo un tema. Generalmente i nostri sogni sono talmente strani che non possiamo non descriverli nelle nostre canzoni».

Se gli uomini sono anche i propri sogni, sognate di suonare dove e perché?
«Suonare, cantare e scrivere musica, sono delle passioni incorreggibili. Il desiderio di creare qualcosa di proprio, quando c’è è onnipresente. Si canta e si suona sempre. Il perché è difficile da spiegare, è la sensazione appagante che si prova quando si esprime se stessi. Il nostro sogno è comunque ancora in fase di costruzione».

Che la strada iniziata continui così, e gli echi di sirene arrivino in alto, là dove i Roanoke meritano.

Il sito dei Roanoke, http://www.roanoke.it

Link per ascotare l’Ep di Black Cat
Soundcloud:  https://soundcloud.com/roanoke-3
Spotify: http://open.spotify.com/album/3CVN3gtOQn9bcyZSKSQmkB

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