l’inventore (italiano) di google

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Massimo Marchiori (a sinistra) con Tim Berners-Lee, inventore del Web

(alternative version)

Google
è ovunque. Ma senza Massimo Marchiori non sarebbe mai nato. Ha soli 38 anni lo
scienziato italiano che ha inventato l’Hyper
Search
su cui Brin&Page, i due inventori americani di Google, hanno costruito
il loro algoritmo PageRank (il primo
della lista è il più citato).

Dopo aver vinto nel 2004 il premio TR100 della Technology Review, dato ai
100 giovani ricercatori più innovatori al mondo, Marchiori insegna ora all’Università
di Padova dove ha uno stipendio di 2000 euro al mese. È ricercatore scientifico
al W3C del MIT – il Massachusetts
Institute of Technology. Il colosso di Mountain View gli fa la corte da anni, l’ultima
offerta americana era di 600 mila dollari netti all’anno, più i benefit. Ma lui
rimane in Italia perché? «Continuo a lavorare con gli Usa, sono un’eccezione
benevola. Ai meeting del MIT al 90% si lavora in teleconferenza: dal Canada al Giappone.
Così quando mi hanno offerto il posto in un’università italiana, con la
possibilità di tirare su le nuove generazioni, l’ho fatto. Anche se ora la
voglia di restare sta scendendo sempre di più…». Condizioni di non efficienza
del mercato, pochi fondi per la Ricerca. «L’innovazione
la fa il mercato, se il mercato è innovativo c’è ricerca, l’innovazione poi dà
linfa allo sviluppo, è un circolo virtuoso. Negli Usa c’è più competizione,
anche se la qualità scolastica non è così migliore, ma c’è un mercato vivace
che determina una spinta. Fino a che non si muoverà l’ambito tecnologico, rimarremo
indietro, in una condizione stagnante: in Italia funziona il consolidamenteo
del potere acquisito, non ci sono vere regole«. Ma deve cambiare il sistema «a
prescindere dalla convenienza dei committenti, occorre fare ricerca vera: senza
l’analisi critica manca un controllo di qualità serio che determina
competizione».

Marchiori
è autore dello standard mondiale per la privacy del Web (P3P). Ha fondato il
progetto XML Query nel World Wide Web Consortium (W3C). È tra gli ideatori del
Web Ontology Language (OWL), lo standard mondiale per il ragionamento sul Web.
Ha contribuito alla svolta del Worl Wide Web verso il 2.0, ora studia il futuro
della rete, il 3.0 ovvero il web semantico.

Marchiori

«Mi sono laureato in matematica.
Prima di laurearmi sono stato assunto come ricercatore al CWI, un centro di
ricerca olandese simile al nostro CNR…». L’argomento della tesi verteva sulla
programmazione logica e i sistemi di riscrittura «mentre ero in Olanda scelsi
per la tesi un problema aperto,
insoluto da dieci anni». Marchiori, racconta, riuscì a risolverlo «occorreva
dimostrare che se ci sono due sistemi che “funzionano” e li combini, anche il
sistema combinato funziona». Dopo aver vinto il dottorato a Padova e Siena (dal
1994 al 1997) Marchiori sperimentò il modello in Olanda insieme al professor
Jan Willem Klop «il problema era sempre la contemporanea presenza di vari
sistemi combinati, solo che l’obiettivo era creare un’applicazione efficace in
campi diversi e maggiori: ideai la Teoria
dei vaccini
, ovvero se immetti una componente malevola nel sistema,
‘quello’ si immunizza e funziona».
Quali
ricerche portarono a ideare HyperSearch? «Nel 1995 c’era ancora Altavista, il
re dei motori di ricerca. Si iniziò a capire in quegli anni che i motori
potevano diventare importanti per il futuro del Web: quando parlavo dei motori di
ricerca parlavo del fatto che il web si adatta ai motori, e le persone si
adattano al motore di ricerca, che influenza il web. Molti mi criticarono. Ma eravamo
ancora alla preistoria: in una ricerca, per capire se una pagina era rilevante si
facevano ricerche da “investigatori privati” scarsi, non Sherlock Holmes ma
Watson. Si investigavano le singole pagine, che avevano un solo angolo visuale
dell’informazione, vedevano solo il “primo piano” dell’argomento. A me sembrava
assurdo, e cominiciai a indagare il contesto, l’ambiente, le relazioni, le
interazioni: l’informazione complessiva
ovvero l’informazione hyper, l’iperinformazione». Nel prototipo di HyperSearch
però il flusso informativo veniva calcolato in modo opposto rispetto
all’attuale di Google, che ha una popolarità quantitativa «io usavo l’altro
verso, ovvero tanto più so di una cosa, tanto più sale in alto il risultato, e
il calcolo poi si estende, in base a un raggio circostante». Come si è passati
da HyperSearch a Google? «Presentai i risultati alla Conferenza mondiale del
Web di Santa Clara in California, il mio calcolo prevedeva un verso della
funzione che, in sintesi, diceva che era meglio un algoritmo qualitativo che
pubblicitario, Brin e Page (che era presente alla conferenza e mi seguì per
chiedere dei miei risultati) hanno poi, semplicemente, ruotato questo verso… al
contrario!». Comunque «è stato un salto epocale, che ha portato i motori di
prima generazione che seguivano la singola informazione, ad arrivare a quelli
di seconda generazione, che invece seguono l’ambiente».
Il
criterio sta superando la ricerca nel Web, come dicono Geert Lovink e Siva
Vaidhyanathan
, ci sono molti rischi (profiling, privacy) nella Googlization? «La
qualità di Google sta scadendo, da un lato il Web si sta riadattando al motore di
ricerca per piacergli, dall’altro ci sono sempre più informazioni e il calcolo
del flusso è troppo semplice, non tiene conto di due fattori: prima il link era
una cosa seria, aveva un “costo” importante, oggi è scaduto, se ne abusa, i
calcoli che si basano sull’importanza del link impiegano formule inadatte», poi
«Google non ha interesse a cambiare la sua monopolizzazione, oggi detiene il 67%
del mercato, è un problema globale: la googlization
si sta estendendo, ma sparirà, nel senso che neanche più ce ne accorgeremo, sarà
talmente pervasiva che i rischi per la privacy, sulla profilazione dell’utente
diventeranno invisibili: DoubleClick, Gmail, Google maps, tutto gratis… Ormai anche
quando siamo fuori e navighiamo sul web siamo dentro la rete “da pesca” di
Google!».
Il
futuro della Rete? «Il Web 2.0 è nato da un’anomalia stile Matrix, è uno dei
grandi errori del web. Buona parte delle macchine sono “cieche”, non riescono a
leggere le pagine: dal punto di vista della macchina, quello che vedono su
internet traduce simboli, ed è un po’ come se uno volesse leggere il cinese
senza averlo studiato. La macchina legge caratteri e si basa su tasselli del
domino, vede certi simboli ma non la semantica: è un errore, la macchina non
capisce veramente l’informazione». È questo quello che «il web semantico cerca
di correggere. Quando la macchina sarà in grado di capire passeremo a un
livello superiore, si potrà dialogare in modo intelligente». L’anomalia del web 2.0 però ha permesso a
milioni di utenti di interagire con internet. Per Marchiori «l’errore è una
delle caratteristiche del successo, gli utenti devono solo scrivere, al di là
dell’interfaccia, caricano foto, mettono link. Quell’anomalia ha decretato il
successo del web. Così è nato il web2.0, il valore sociale dei social network, che
include la facilità e l’usability, solo che questo è un po’ come dire: basta
che sia facile, poi il problema è della macchina».
Il
web semantico «è una grande idea, ha la velocità dalla sua. Dopo il 2.0 ora si
stanno cercando sistemi ibridi, che implichino anche il costo sociale scoperto
dal web2: i nuovi sistemi semantici 3.0 considerano tutto questo come valore,
informazione compresa». Il futuro? «Ci saranno i sistemi specialistici (il
semantico puro: in medicina, Scienza, per esperti) per chi potrà “pagare” un
costo sociale superiore (quanto tempo si perde per inserire l’informazione) e
poi il web generalista. Il web 3 insomma sarà composto da isole di web
semantico all’interno del 2.0: a livello locale esistono già sistemi “websemanticizzati”
ma sono staccati dal contesto, mentre dall’altro lato ci sono i vari Facebook,
MySpace, il mondo dei network google-generalisti».

Come si trasmette l’expertise? «Scott Mc Nealy, CEO di Sun Microsystem ha detto “Il
livello di privacy elettronica è già a zero. Scordatevela”. Tutto sta nel capire quanto offri agli utenti e
quanto gli prendi, per molti non è importante sapere di essere “tracciato” fino
a che non lo sanno. Ma quanto vale il “prezzo” della privacy, questo bene
moderno e immateriale?».

storie da MM
"Dieci anni fa, eminenti accademici che mi guardano, mentre introduco
il concetto di arena e l’analisi di come il web può cambiare
influenzato dai motori di ricerca, e mi dicono che è un concetto
ridicolo, un motore di ricerca che cambia la struttura del web,
follia!"

"La differenza di mentalità: quando l’Università di Venezia mi ha
offerto di tornare, ho chiesto sia al W3C che a loro di poter
continuare a collaborare con entrambi. Al W3C mi hanno detto, non
importa dove sei, quello che conta è quello che fai. A Venezia mi
hanno detto, non importa cosa fai nella ricerca, basta che ti fai
vedere in ufficio."

"
Le facce del panel di esperti della comunità europea, quando al
meeting che doveva definire la visione strategica del futuro, tra i
focus tecnologici indicavo i MMOG (MMORPG e MMOSG). Facce dapprima
allibite, perchè nessuno sapeva cosa fossero. Poi, quando spiego la
sigla, inorridite quando sentono che la "G" sta per "Game"."

  • francesco miglino |

    PECHINO DECLASSA L’ AMERICA E L’ ACCUSA DI DISPREZZARE GLI INTERESSI DEI CREDITORI CON LE SVALUTAZIONI DELLA MONETA AMERICANA. IL POPOLO DI INTERNET CONSTATA CON TRISTEZZA CHE IL DECADIMENTO AMERICANO AVVIENE SOTTO LA PRESIDENZA DI OBAMA, PRIMO PRESIDENTE DEL GLOBO, ELETTO CON L’ APPORTO DETERMINANTE DELLA POTENZA DELLA RETE CHE HA AGGREGATO UOMINI LIBERI NON PIU’ CONDIZIONABILI DALLE INTERESSATE INFORMAZIONI DEI POSSESSORI DELLE COSTOSE ROTATIVE DELLA CARTA STAMPATA.
    Di francesco miglino
    OBAMA HA PERSO LA GRANDE OCCASIONE DI SALVARE LE BANCHE TRASFORMANDO GLI AIUTI CON DENARO PUBBLICO IN AZIONI A FAVORE DELLO STATO AMERICANO.
    IL CONTROLLO PUBBLICO DELLE BANCHE SAREBBE STATO LA CARTA VINCENTE, IL SEGNALE DELLA NECESSITA’ DELLA SVOLTA EPOCALE, L ‘OCCASIONE DI RIVALSA AI TRUFFATI, LA DETERMINAZIONE D’ IMMUNIZZARE LA PERICOLOSITA’ DELLA FINANZA SENZA CONTROLLI, LA SCELTA INEVITABILE PER IMPEDIRE, CHE L’AVVENUTA DEVASTAZIONE DELLE ECONOMIE OCCIDENTALI POTESSE RIPETERSI.
    LA SVOLTA DI ENTRARE CON CAPITALE PUBBLICO NELLE BANCHE SAREBBE STATA POSSIBILE CON IL SOSTEGNO POPOLARE DEI MOLTI CHE AVEVANO SUBITO SULLA PROPRIA PELLE LE SCELTE IRRESPONSABILI E CRIMINALI DEL POTERE FINANZIARIO.
    lA SVOLTA EPOCALE NON C’ E’ STATA, IL CAPITALE FINANZIARIO HA RIALZATO LA TESTA ATTIVANDO IL MARKETING PIU’ SUBDOLO E PERVASIVO CONTRO OBAMA CHE RISCHIA, PER LA MANCANZA DI DETERMINAZIONE NELLE SCELTE SUGGERITE ED ATTESE DAL POPOLO DI INTERNET, DI PERDERE POTERE DECISIONALE.
    E’ ALTO IL RISCHIO CHE LE SCELTE DELLA FINANZA AMERICANA POSSANO , ANCORA UNA VOLTA, COLPIRE GLI EQUILIBRI DELLE ECONOMIE DEL MONDO OCCIDENTALE E SCONVOLGERE LA VITA DEGLI UOMINI.
    NON DEVE ESSERE PIU’ POSSIBILE AI DETENTORI DI IMMENSE RISORSE FINANZIARIE DI PORTARE ANGOSCIA, DISPERAZIONE E MISERIA OLTRE LE FRONTIERE DEGLI STATI CHE HANNO LOTTATO PER CONQUISTARE ORDINAMENTI E COSTITUZIONI A GARANZIA DI EQUILIBRI SOCIALI E PACIFICA CONVIVENZA DEI PROPRI CITTADINI.
    E’ IL POPOLO AMERICANO INTERESSATO A PRETENDERE REGOLE E CONTROLLI AFFINCHE’ I CENTRI FINANZIARI DIANO GARANZIE E VANIFICHINO LA SFIDUCIA NEL DOLLARO CHE POTREBBE PRECIPITARE ED INDURRE ECONOMIE FORTI A CONSIDERARE ALTRE MONETE COME RIFERIMENTO NELLE TRANSAZIONI.

  • Mauro Garofalo |

    caro francesco, ho pubblicato il tuo post perché ha spunti, per così dire, ragionevolmente ottimisti.
    ma brin&page non mi sembrano proprio dei filantropi…come fai a liquidare in un passaggio tutta la critica teorica a google, o l’idea dell’open source o, con ancora più cogenza, a trasferire il concetto di “benessere” all’immaterialità di un mezzo – pur potente come internet, ma sempre un media, medium, ovvero tra cose… tecnologia e progresso possono anche non andare di pari passo: dalla criticabile teoria sulla decrescita a obama, neo-eletto presidente degli stati uniti d’america…al quale non si può chiedere la felicità. è eletto da una democrazia, assolve un compito di governo, agisce in coerenza con un mandato politico e a ragioni economiche. è una svolta nell’immaginario collettivo un presidente nero, ma così si creano immaginari e aspettative risolvibili in dittature (chepossono essere anche al contrario), i fumetti mi sembrano avere recepito prima di tutti che l’ingenuità non è una buona consigliera… prima di consigli e questioni a chi ha ricevuto un mandato relativo a una carica elettiva, sarebbe il caso di leggere almeno la serie a fumetti “civil war” della marvel. buon lavoro per il partito

  • francesco miglino |

    PARTITO INTERNETTIANO
    Via Torelli Viollier, 33 – 20125 Milano – http://www.partitointernettiano.it
    Egregio presidente Barak Obama,
    sono stati molto apprezzati i due inviti pervenutici per partecipare alla cerimonia del Suo insediamento alla Presidenza degli USA, a seguito i nostri interventi sulla crisi automobilistica americana.
    A ringraziarLa non è soltanto il sottoscritto, ma i giovani ricercatori del Gruppo San Francesco e gli aderenti al Partito Internettiano, tutti determinati a dare il proprio apporto, affinché Internet sia strumento di crescita culturale, di partecipazione e di controllo popolare per selezionare una classe politica democratica capace di scelte coraggiose e che metta “in rete” il proprio agire per la gestione trasparente della “res publica”.
    Ma ciò che ci ha entusiasmato è l’ invito inclusivo, forse il primo da parte di un politico, del Suo delegato Emmett S. Beliveau che ci ha sollecitato a partecipare in termini di proposte e suggerimenti durante il Suo mandato alla Casa Bianca: lo stesso invito in stile internettiano che ha raccolto migliaia di adesioni rendendo possibile la relizzazione di Wikipedia, la più attendibile e grandiosa enciclopedia universale.
    Gli enunciati del Suo programma hanno raccolto consensi in ogni parte del mondo ed è alta la fiducia nella Sua forza morale e politica. Si attendono le scelte necessarie per cambiare il corso drammatico per il quale prodotti dannosi per l’ umanità, pur esaurito il loro corso storico, vengono imposti alle società ed ai governi da potenti Gruppi finanziari.
    Le esalazioni delle auto che utilizzano i derivati del petrolio sono la vera afflizione del nostro tempo: procurano, solo in Italia, 38 mila morti all’ anno, colpiscono le vie respiratorie di migliaia di persone condannate ad una vita di sofferenze ed avvelenano l’ ambiente, patrimonio da preservare per la dignitosa sopravvivenza della nostra specie.
    L’autonomia era il problema dei motori elettrici: oggi è risolto dal motore della Tesla Roadster che percorre 400 km con una ricarica e dal motore europeo che ne percorre 250, sogno ecologista di Andrea Pininfarina ora realizzato, con la francese Bollorè, proprio dall’impegno devoto di Sergio, Paolo e Andrea Pininfarina, in memoria del fratello scomparso.
    Signor presidente Obama, a scrivere la Storia delle società contemporanee oggi sono i costruttori dell’ Era Internettiana, il cui motto è “Don’t Be Evil” e le cui invenzioni sono al servizio di tutti. Giganti del solidarismo internettiano come Larry Page e Sergey Brin si battono per la diffusione gratuita dei saperi e le loro invenzioni accelerano i processi evolutivi delle società complesse e donano libertà e felicità: i protagonisti della politica debbono ispirarsi a costoro e dare generose prove di agire per il bene comune.
    Signor Presidente Obama, difenda la salute dei cittadini e dell’ ambiente incentivando la produzione del motore elettrico per autotrazione, da sostituire al vecchio motore a scoppio.
    Il mondo attende da Lei questo primo concreto atto di svolta urgente e necessario.
    Mentre accogliamo l’ invito a destinarLe le nostre convinzioni, Le inviamo i più cordiali auguri per la realizzazione del Suo programma e di buon lavoro per i suoi Suoi impegni di Governo.
    Francesco Miglino – segretario del partito internettiano Milano 25/01/09

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